Torre del Greco. «Sono felice, certo. Ma resta la delusione per un provvedimento ingiusto». Sono le 19 quando i carabinieri della caserma Dante Iovino bussano alla porta di Mario Buono, l’ex consigliere comunale ai domiciliari dal 2 aprile per voto di scambio. In mano stringono il provvedimento con cui i giudici della dodicesima sezione del tribunale del Riesame di Napoli hanno parzialmente riformato l’ordinanza firmata dal gip Antonio Fiorentino del tribunale di Torre Annunziata e revocato la misura cautelare per l’imprenditore del settore delle pulizie, sostituita con l’obbligo di dimora a Torre del Greco.
«E’ stata una liberazione – ammette l’indagato «eccellente» del secondo filone d’inchiesta sul mercimonio elettorale in occasione della corsa alle urne del giugno 2018 – Speravo in un provvedimento del genere già in occasione dell’interrogatorio di garanzia, quando provai a chiarire la mia posizione. Ora aspetto con serenità il proseguo della vicenda. La prima cosa che ho fatto dopo la notifica della revoca della misura cautelare? Sono andato dal barbiere a tagliare i capelli».
Un taglio importante, esattamente come quello del tribunale delle libertà all’ordinanza di custodia cautelare. In aula, a difendere il provvedimento, si era presentato direttamente il pubblico ministero Bianca Maria Colangelo – a capo delle indagini, insieme ai colleghi Pierpaolo Filippelli e Giuseppe Borriello – pronto a fare leva sulle ammissioni dell’ex assessore Simone Onofrio Magliacano, ritenuto il regista (anche) della seconda cricca di compravoti.
Alla fine, invece, il tribunale del Riesame ha accolto le ragioni della difesa – rappresentata dall’avvocato Luigi Spadafora – e revocato i domiciliari per Mario Buono, nel frattempo «costretto» a rassegnare le dimissioni da consigliere comunale. A 25 giorni dalla bufera su palazzo Baronale, dunque, si sgonfia la seconda tranche dell’inchiesta sullo scandalo del voto di scambio.
D’altronde – fatta eccezione per Vincenzo Izzo, il titolare della pescheria Don Do’ – la posizione giudiziaria di tutti gli indagati si è alleggerita davanti ai magistrati di Napoli.
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