Torre Annunziata. Avrebbe agito a volto scoperto, incurante della folla presente in «Curva» nella prima domenica di maggio: pistola in pugno avrebbe avvicinato il suo «obiettivo» e aperto il fuoco, raggiungendo la vittima – un diciassettenne fermo in via Gino Alfani – alla gamba destra.
Poi – in sella al suo scooter – si sarebbe dileguato a tutta velocità, facendosi largo tra i passanti terrorizzati dall’ennesimo episodio criminale in una città fuori controllo e senza regole. Ma il suo volto sarebbe rimasto impresso negli occhi di alcuni testimoni dell’agguato: c’è già in identikit dell’aggressore capace di seminare il panico a Torre Annunziata, a meno di 10 giorni dal massacro di Maurizio Cerrato, il 61enne ucciso da quattro belve per un parcheggio in via IV Novembre.
Gli agenti di polizia del locale commissariato stanno setacciando le strade di Torre Annunziata, in attesa di ascoltare il 17enne finito nel mirino dell’aggressore. La prima ipotesi avanzata dagli investigatori – alla luce della dinamica della sparatoria – porta alla vendetta per un precedente «sgarro».