Torre del Greco. è stato a lungo chiuso al pubblico, come tutti i parchi pubblico diventati off limits a causa dell’emergenza sanitaria. Ma il via libera alla zona gialla in Campania e le conseguenti riaperture dei «polmoni verdi» del territorio non hanno regalato l’atteso sospiro di sollievo agli abitanti del popoloso quartiere Sant’Antonio. Costretti – a dispetto dei saltuari spot degli esponenti della maggioranza guidata dal sindaco Giovanni Palomba – a fare i conti con i «soliti scempi» della villa comunale intitolata al vicebrigadiere dei carabinieri Salvo D’Acquisto, incastonata tra viale Campania e il complesso La Salle.
Tra acqua putrida nello stagno riservato alle oche, panchine semidistrutte, cassa armonica in stato di incuria e servizi igienici ridotti a pezzi, lo splendore del parco pubblico realizzato durante il primo mandato da sindaco di Ciro Borriello e intitolato alla medaglia d’oro al valor militare – era il 25 giugno del 2011 – resta solo un pallido ricordo.
A rilanciare la questione dello stato di abbandono in cui è ridotto l’ex fiore all’occhiello del quartiere Sant’Antonio è il professore Antonio Borriello, in passato portavoce proprio dello storico leader del centrodestra all’ombra del Vesuvio. «Sono indignato nel vedere tale degrado e incuria», afferma il docente e componente dell’associazione nazionale carabinieri. Gira per il parco, scatta foto e commenta guardando una fontana che getta acqua di continuo: «Se lo sapessero le popolazioni che hanno difficoltà di approvvigionamento, ci massacrerebbero».
Da un’acqua all’altra: stavolta è quella stagnante recintata da staccionate che dovrebbero proteggere le papere. «Qui c’è un fetore insopportabile», esclama. Aiuole in evidente stato di abbandono, attrezzature ginniche smantellate e la cassa armonica che Antonio Borriello non esita a definire «un tugurio» lasciano dire al professore che «questo è uno scempio inaccettabile».
Per non parlare dei servizi igienici, dove sono stati portati via anche i lavandini. Colpa della gente, non vi è dubbio. Ma senza una costante sorveglianza, il parco è destinato a morte certa. Come, d’altronde, il resto dei parchi pubblici.
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