Il vecchio rudere spazzato via dalle ruspe ha cancellato per sempre un pezzo di storia. Che forse andava valorizzato. Un’operazione che da mesi sta cercando di portare avanti l’architetto Pasquale Datura di Terzigno – da cui riceviamo e pubblichiamo una riflessione in merito al crollo di due giorni fa in via Carlo Alberto – impegnato nella sensibilizzazione per il recupero degli edifici storici presenti in città che versano in condizioni fatiscenti. «Le case a cupola rappresentano la testimonianza visibile della storia del nostro territorio e lo strettissimo legame con il Vesuvio. A partire dai materiali utilizzati per la costruzione passando per le tecniche costruttive estremamente ingegnose e sofisticate benché apparentemente semplici. Raccontano del paesaggio vesuviano con le cantine e ci suggeriscono lo stretto legame con la produzione del vino e la coltivazione della vite. La forma delle Cupole ci raccontano il rapporto con il vulcano con la necessità di proteggersi dalle ceneri e allo stesso tempo dalla calura estiva. – fa sapere Datura in una missiva indirizzata a Metropolis – Queste casette sono la testimonianza di un modo sostenibile di abitare il territorio Vesuviano con le cisterne per raccogliere l’acqua piovana e i forni comuni per tutti gli abitanti delle “cortine” testimoniano una vita di comunità. In molti le disprezzano e le chiamano “case vecchie” per me invece sono pietre vive che hanno molto da raccontare se siamo disposti ad ascoltarle. Quando una casa a cupola crolla o viene demolita, si perde una testimonianza della nostra storia vesuviana».
CRONACA
16 maggio 2021
Crollo di un rudere a Terzigno, l’architetto Datura: «Perdiamo un pezzo della nostra storia, nessuno interviene»