Torre del Greco. Già venne ribattezzato, all’epoca del secondo mandato di Ciro Borriello, come l’assessore ai lavori pubblici dei disastri. Ora rischia di ottenere lo stesso «riconoscimento» come delegato all’ambiente dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Palomba. Perché i primi 100 giorni di Luigi Mele – il trasformista di palazzo Baronale saltato sulla carovana del buongoverno con le stimmate del «salvatore» della patria – alla guida del settore rifiuti si sono rivelati un vero e proprio incubo per la quarta città della Campania, costretta a fronteggiare quotidiane emergenze igienico-sanitarie su tutto il territorio. Una situazione potenzialmente esplosiva in vista dell’arrivo dell’estate, capace di convincere lo stesso Luigi Mele a minacciare le dimissioni e a puntare il dito contro il primo cittadino: «Non sono io a mollare – lo sfogo via WhatsApp all’interno del gruppo di «costruttori» della maggioranza di palazzo Baronale -. E’ questo gruppo che non ha amore per la città o è rassegnato e ha interesse a fare altro. Al capo ci sta una persona che sta solo occupando una sedia, questa cosa è molto triste». Parole pesanti come macigni, a conferma del clima teso sul fronte Nu all’ombra del Vesuvio.
La mission impossible
Eppure, a inizio febbraio, Luigi Mele si presentò come l’uomo della provvidenza a palazzo Baronale: «Con lavoro e impegno, proveremo a risolvere i problemi del settore rifiuti», annunciò durante la presentazione della giunta dell’inciucio. In effetti, lavoro e impegno – in particolare a fotografare e a promuovere attraverso i social le ordinarie attività di igiene urbana – non sono mai mancati. A venire meno, invece, sono stati i risultati. In cento giorni non solo la situazione non è migliorata, ma addirittura rischia di peggiorare. Davanti all’ondata di proteste e malumori registrati in città, il delegato all’ambiente è stato costretto a ammettere: «Continuo a vedere cose che non vanno, non ho risposte da nessuno e ci voglio capire qualcosa in più». Detto da chi è seduto da dieci anni su una poltrona di palazzo Baronale suona come una resa.
I messaggi di fuoco
Così, al termine di una notte insonne passata a rincorrere i compattatori della ditta Buttol, l’ex assessore ai lavori pubblici dei disastri è sbottato nel gruppo WhatsApp della maggioranza: «Sono fortemente intenzionato a rassegnare le dimissioni, questa apatia di atteggiamenti da parte della politica non mi appartiene – i concetti inviati da Luigi Mele -. Non voglio mettere in difficoltà nessuno, ma così non si può andare avanti». L’ennesima promessa non mantenuta dall’ex leghista, perché – al termine di un confronto con sindaco e alleati nella stanza del presidente del consiglio comunale Gaetano Frulio – i propositi di addio sono stati messi da parte. In cambio dell’impegno a rivedere le posizioni di vertice del settore ambiente del Comune, a partire dalla dirigente Claudia Sacco e dal direttore esecutivo del contratto.
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