Torre del Greco. Aveva chiesto cento giorni di tempo per inquadrare le criticità del settore e per «cominciare a invertire la rotta». Il termine è scaduto da un pezzo, ma Luigi Mele – il «profeta della Nu» all’ombra del Vesuvio – non è riuscito a risolvere neanche il problema della discarica sotto palazzo Baronale, la «casa» di sindaco e consiglieri comunali.
L’ennesimo flop del neo-delegato ai rifiuti – saltato sulla carovana del buongoverno a fine febbraio, dopo due anni e mezzo passati a gettare veleni sulla coalizione uscita vincitrice dalle elezioni delle venti euro del 2018 – è racchiuso in una foto scattata all’angolo tra via Barbacane e via Plebiscito: una zona finita decine di volte al centro di polemiche e proteste per l’abbandono indiscriminato di rifiuti – facilitato dalla scelta del Comune di sistemare una lunga serie di bidoni proprio sotto il segnale di divieto di deposito di spazzatura – e nuovamente trasformato in un centro di raccolta abusivo di ingombranti e scarti edili.
Proprio sotto il naso dei politici, infatti, sono stati sversati materassi e interi pezzi d’arredamento nonché residui di lavorazione edile. Un vero e proprio scempio ambientale – non l’unico, anzi – a ulteriore conferma di come, in realtà, la cura-Mele non abbia prodotto risultati di sorta.
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