Dal cambio di allenatore al bilancio da sanare anche a costo di sacrificare qualche big, dall’obiettivo “di tornare in Champions” alla necessità “di far quadrare i conti”. Ma soprattutto un appello a Mario Draghi affinché, grazie “alla sua grande credibilità” in Europa “dica a tutti che si parte il primo dicembre”, una data “foriera di serenità e tranquillità sul piano vaccinale” e aiutare i club italiani a programmare e recuperare il deficit causato da un anno e mezzo di Covid e di corsa a Euro 2020. Parte dall’hotel St. Regis di Roma l’appello del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis al capo del governo: “Se fossimo una Lega seria non dovremmo ripartire se ci aprono gli stadi solo al 25% degli spettatori. Non credo che Draghi sia così irresponsabile, il premier dovrebbe dire che si parte tutti il primo dicembre”, rivendica il patron partenopeo. “Perché, caro Draghi – prosegue – tu che hai una grande credibilità in Europa, non convinci i tuoi colleghi di resettare tutti all’unisono le partenze dei rispettivi campionati posticipandone l’inizio a una data che sia foriera di serenità, tranquillità, sul piano vaccinale?”. “Bisogna trovare una soluzione per tutti, caro Draghi. Se si vuole ricominciare tutti con entusiasmo. Ti prego e ti scongiuro, c’è tanto da fare nel calcio e non è mai stato fatto nulla. Sono 40 anni che c’è una legge sbagliata e nessuno la cancella. E il governo non fa nulla”, aggiunge De Laurentiis, per l’occasione affiancato dal figlio Edoardo e dall’ad del Napoli Andrea Chiavelli. Un De Laurentiis a tutto campo dopo un mese di silenzio stampa, ma soprattutto interessato alla sopravvivenza per far fronte a una pandemia che definisce “una terza guerra mondiale invisibile”. E la corsa all’Europeo non ha facilitato i programmi: “E’ stato un anno e mezzo con un campionato falsato, abbiamo fatto un assist agli Europei senza sapere se si poteva girare in Europa e con quanti spettatori. Ancora oggi stiamo parlando di ripartire il 22 agosto senza sapere se avremo negli stadi la possibilità di ospitare i tifosi. Vorrei tanto che alcuni miei colleghi dicessero che ho ragione e convincere una decina di squadre a non partire. Qualcuno a quel punto ci ascolterà”. Drizza le antenne quando gli chiedono della Superlega: “Florentino Perez non mi ha mai contattato – assicura – Non sono mai stato a favore della Superlega, che è una cretinata, ma Perez ha avuto il merito di dire che le attuali competizioni non servono ai nostri bilanci”. E ipotizza due super tornei europei, uno riservato alle prime sei dei cinque maggiori campionati e l’altro al resto d’Europa con finalissima tra le due vincitrici: “Avremmo un fatturato da 10 miliardi, altro che i tre che dice Florentino”. Più pragmatico, De Laurentiis, quando guarda nelle casse della sua società. E al momento piangono: “Siamo passati da 35 a 156 milioni di monte ingaggi, bisogna sanare”, argomenta, “nessuno è incedibile per delle proposte appropriate”. Neanche Insigne, dunque, con il quale comunque il presidente si vedrà presto: “Dopo l’Europeo ci si incontra, ci si parla e poi sarà quel che sarà”. Intanto dopodomani il primo summit con Luciano Spalletti: “Ha sempre avuto la mia considerazione e stima, lo trovo giusto per il Napoli perché secondo me sa allenare le squadre molto bene. Gattuso? Preso per tamponare la partenza di Ancelotti, ha fatto il suo ma gli è mancata continuità, comunque avevo già deciso di cambiarlo prima di Napoli-Verona”, ammette ADL, che dopo due ore di risposte chiude con una frase sibillina: “Dove vedo il Napoli tra cinque anni? Potrei vedere il mondo del calcio altrove, e allora vedrei il Napoli altrove”.
SPORT
30 giugno 2021
De Laurentiis a Draghi: «Il campionato dovrebbe iniziare a dicembre»