Vuole “giocatori motivati che vengano determinati a dare il massimo” con cui “fare delle vittorie che ci permettano di scrivere il nostro nome nella storia della squadra” e gli piacerebbe vedere “una squadra sfacciata, di scugnizzi che credano nel proprio talento e lo mettano in pratica con qualsiasi avversario”. Luciano Spalletti ha chiaro in testa il suo Napoli, quello che comincerà a costruire da lunedì con i primi test e poi la partenza per il ritiro in Trentino dal 15 luglio, quello che come lui deve “essere ossessionato dalla Champions League”, ma anche giocare al top “Europa League, campionato e Coppa Italia”, dice l’allenatore che si è presentato oggi nel suo primo atto ufficiale a Castel Volturno, in sala stampa, con seduti in platea anche Aurelio De Laurentiis e il ds Cristiano Giuntoli a cui affida “la guida di questo periodo di mercato che è suo e con cui mi sento spessissimo, ci capiamo al volo, siamo della stessa zona”. Un pezzo di Firenze alla guida del Napoli, per gestire una ricostruzione che fondi su alcuni uomini a cominciare da Lorenzo Insigne, con cui il tecnico ha già parlato: “Ci ho parlato al telefono – spiega il tecnico – gli ho fatto i complimenti dopo il gol in nazionale e gli ho detto che mi farebbe piacere fare questo percorso con lui al mio fianco”, riferendosi al contratto del capitano in scadenza nel 2022: “poi ci sono altre questioni che riguardano il club e le analizzeremo quando torna. Ora faccio solo i complimenti a lui e Di Lorenzo per questo europeo spettacolare che stanno facendo”.
I tre azzurri salteranno il ritiro in Trentino, si godranno le ferie, intanto Spalletti studierà gli altri a cominciare da Osimhen, su cui punta forte: “è un uomo che sa attaccare la profondità, dentro gli spazi ha grandissime qualità. Si danna per la squadra, gli interessa coprire spazi e metri per non lasciarli agli altri, ma poi abbiamo Mertens che ho sentito dopo l’intervento, Petagna, Lozano. Voglio che tutti si sentano uniti anche dalla scritta che abbiamo sulla casacca di allenamento”. Una casacca mostrata mentre Spalletti parla e ha la scritta “sarò con te e tu non devi mollare”. Un diktat ai giocatori azzurri che sembra collegarsi all’accenno alla conclusione della scorsa stagione, con la mancata vittoria col Verona che ha chiuso la parta della Champions League: “Gattuso – dice Spalletti – ha fatto lavoro splendido, lo conosco bene, ci mette sentimenti e sa fare il suo mestiere.
Cosa possa essere successo all’ultima giornata non lo so, è mancato quel risultato ma per arrivarci avevano fatto grandi cose nel girone di ritorno”. Ora si ricomincia, con in mano “un Napoli forte – dice Spalletti – che deve esserne consapevole. Da quando mi hanno detto che avrei allenato il Napoli non gli ho levato gli occhi di dosso mai, è una squadra che mi piace e mi assomiglia, ora bisogna darci dentro e dobbiamo pensare ai tifosi che torneranno allo stadio Maradona a cui dobbiamo mostrare di meritare di vestire questa maglia, ricordando che questa è la città di Diego e San Gennaro, dove calcio e miracoli sono la stessa cosa”. Una città pronta a lanciare le nuove sfide, e Spalletti pensa forse a Mou, presentato lo stesso suo giorno: “Non si possono fare paragoni – dice – con Mou, lui lo ha detto oggi e ha ragione. Noi per ora pensiamo solo al Napoli che dobbiamo costruire, sapendo che ci sono contratti in scadenza, che qualcuno può partire anche se terrei tutti, e che qualcuno può venire. Ho chiamato Emerson? Non posso rispondere ma è possibile che sia avvenuto”. Il Napoli è in costruzione, Spalletti lo vuole suo e pronto al più presto, per godersi il ritorno in panchina dopo due anni di relax.