L’inchiesta
Soldi spariti dai conti correnti, prima svolta nelle indagini Gli indagati ammettono le loro colpe e vengono scarcerati
Ciro Formisano
Davanti all’enorme serie di indizi raccolti dalla Procura di Torre Annunziata hanno deciso di confessare. Una resa che ai fratelli Antonio e Raffaele Perna – i due giovani di Torre del Greco ritenuti tra i registi di quasi un centinaio di truffe bancarie – è valsa la scarcerazione. I due sospettati, entrambi difesi dagli avvocati Giuseppe De Luca e Antonio de Martino, hanno così ottenuto i domiciliari su decisione del giudice per le indagini preliminari. Dopo quasi 60 giorni in cella i fratelli Perna hanno fatto ritorno a Torre del Greco, in attesa degli sviluppi processuali.
Una svolta importante che arriva a circa due mesi dal blitz che a fine maggio ha portato alla luce un’infinita serie di truffe di cui i due giovani di viale Castelluccio si sarebbero resi protagonisti. In tutto 92 gli episodi contestati per una frode quantificata in circa 92.000 euro complessivi, soldi oggetto di un decreto di sequestro. E proprio i quattrini finiti sotto chiave rappresentano uno degli elementi portati all’attenzione dei giudici dalla difesa. Secondo gli indagati, infatti, l’ammontare del sequestro coprirebbe interamente il danno complessivo causato dalle truffe di cui si sono dichiarati responsabili. Elementi che evidentemente hanno convinto il giudice a ritenere superata l’esigenza della massima misura cautelare, aprendo ai domiciliari per entrambi. E non è escluso, a questo punto, che i Perna possano decidere di optare per un rito alternativo alla luce della loro ammissione di colpe. La scarcerazione dei due sospettati arriva a poco più di un mese dalla decisione con la quale il Riesame aveva confermato l’arresto per entrambi. Secondo gli inquirenti le vittime venivano contattate con comunicazioni che sembravano arrivare dalla propria banca e con le quali venivano invitati ad accedere al proprio conto online. In altri casi le vittime, dopo aver ricevuto un sms, venivano contattate tele- fonicamente da falsi operatori bancari. Una volta ottenute le credenziali di accesso i truffatori prelevavano dai conti il denaro. L’organizzazione si muoveva da Torre del Greco e secondo gli accertamenti della polizia postale avrebbe messo a segno diverse truffe in numerose località italiane. Una vicenda per la quale i Perna, assieme agli altri complici, sono finiti sotto inchiesta e poi in cella. Un provvedimento eseguito dalla polizia e firmato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Torre Annunziata. Un’ordinanza dalla quale emerge l’enorme giro d’affari del gruppo. E anche i rapporti con alcuni soggetti che avrebbero garantito ai sospettati i contatti e i numeri di correntisti che sarebbero stati poi contattati per eseguire il raggiro. A incastrare i Perna, secondo gli inquirenti, una serie di intercettazioni, ma anche filmati all’interno di stare d’albergo dalle quali i re delle truffe coordinavano l’attività illecita svelata dalle indagini.
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IL RITORNO IN CITTÀ DOPO QUASI DUE MESI Antonio e Raffaele Perna, sono tornati a Torre del Greco agli arresti domiciliari.