Una cerimonia semplice attraversata dalla commozione ha dato l’ultimo saluto in Irpinia a Libero De Rienzo, il 44enne attore morto il 15 luglio nella sua abitazione romana. Il feretro era giunto da Roma nel primo pomeriggio nel cimitero di Paternopoli, il piccolo centro della Valle del Calore di cui è originario la famiglia paterna: la bara è stata benedetta dal parroco don Rocco Salierno e poi trasferita nella cappella di famiglia dove riposa la madre dell’attore, premiato protagonista di film come “Fortapasc” e “Santa Maradona”. Commozione e sobrietà: come unica decorazione un cuscino di girasoli, fiore molto amato da Libero “Picchio” De Rienzo. Insieme alla compagna dell’attore e al padre, il giornalista Fiore De Rienzo, circa un centinaia di persone, in prevalenza di Paternopoli, hanno assistito al rito nel rispetto delle normative anti Covid, come mercoledì aveva sottolineato il sindaco, Salvatore Cogliano, dopo che l’avvocato Piergiorgio Assumma, legale della famiglia De Rienzo, aveva annunciato lo svolgimento del funerale “non in forma privata”. Sempre mercoledì, dopo un contatto tra il sindaco e il padre dell’attore, è stato concordato il semplice rito di commiato secondo le modalità con cui poi si è svolto.
Numerosi i giornalisti e le troupe televisive presenti alla cerimonia ma sia la compagna che il padre di Libero De Rienzo non hanno rilasciato dichiarazioni. Tra i volti noti che hanno accompagnato “Picchio” nel suo ultimo viaggio nella sua terra d’origine, l’attore Stefano Fresi. Per quanto riguarda l’indagine aperta dai magistrati di Roma, che procedono per morte come conseguenza di altro reato, i primi risultati dell’esame tossicologico dovrebbero arrivare non prima della prossima settimana. I prelievi sono stati svolti dai medici legali dell’Istituto del Policlinico Gemelli così come sollecitato dal pm Francesco Minisci, titolare del procedimento. Solo da questa specifica attività peritale sarà possibile accertare le cause del decesso e, soprattutto, capire se l’artista abbia assunto droga nelle ore precedenti alla morte. Nel corso del sopralluogo fatto dagli investigatori, infatti, subito dopo il ritrovamento del corpo, sarebbero state trovate tracce di eroina ma questo non basta a chi indaga per affermare che il decesso sia collegato all’uso di droga. Anche perché , da un primo esame esterno della salma, non sarebbero state rilevate tracce di stupefacente.