Torre del Greco. L’ultimo grido d’allarme è suonato in vico Agostinella, la stradina incastonata tra la zona porto e il quartiere di San Giuseppe alle Paludi. Dove è spuntata l’ennesima discarica di rifiuti all’ombra del Vesuvio: una potenziale bomba ecologica – insieme ai «classici» sacchetti sono stati abbandonati materassi, ingombranti e scarti edili – con cui le famiglie della zona sono costrette a «convivere» da giorni.
Con tutti i rischi igienico-sanitari del caso: un vero e proprio incubo, inutilmente denunciato ai «paladini dell’ambiente» seduti a palazzo Baronale – a partire dall’assessore Cinzia Mirabella e dal «salvatore del sindaco» Luigi Mele – e ai vertici dell’Asl Napoli 3 Sud. «Siamo esasperati – racconta un residente di vico Agostinella -. La montagna di rifiuti aumenta ogni giorno a causa di gentaglia senza scrupoli e pudore, ma non solo. Perché qui paghiamo l’assenza totale di controllo da parte delle autorità competenti».
Tutte interpellate a mezzo pec e tramite un legale a cui si sono rivolti gli abitanti del rione, pure costretti a pagare una salatissima tassa Nu: «Fino a oggi nessuno ha risposto: Comune, polizia municipale, Asl Napoli 3 Sud – prosegue il racconto dell’orrore dalla zona porto -. Siamo chiusi in casa senza riciclo di aria: non si può vivere in queste condizioni disumane». Un dramma, in realtà, comune a diversi rioni della quarta città della Campania.
Letteralmente stritolata da una crisi-rifiuti senza precedenti, come sottolinea il presidente della commissione trasparenza Romina Stilo: «Già due settimane fa convocammo in riunione l’assessore Cinzia Mirabella e il neo-dirigente Gennaro Russo – sottolinea l’ex vicesindaco -. In quell’occasione, il funzionario evidenziò una serie di criticità legate al mancato rispetto del capitolato d’appalto: criticità, evidentemente, alla base del disastro Nu rilevato in città. Ma un’amministrazione comunale attenta ai bisogni dei cittadini deve essere in grado di fare rispettare le regole, in primis da parte di chi si è aggiudicato un appalto da 13 milioni di euro l’anno. Non è possibile spendere cifre del genere con le tasche dei contribuenti e non ottenere servizi adeguati».
Perché in ballo c’è la salute della gente: «Con le temperature elevate di questi giorni – conclude Romina Stilo – i rischi igienico-sanitari aumentano. Se il sindaco non è capace di garantire la salute pubblica, si faccia da parte».
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