Per 80 anni ha deliziato il palato degli stabiesi con i suoi dolci e le sue focacce, riuscendo a far arrivare il mito della sua graffa in ogni angolo della Campania. Felicia D’Oriano, da tutti conosciuta come Pupetta, è deceduta nella giornata di Ferragosto all’età di 88 anni e ieri si sono celebrati i suoi funerali nella parrocchia di San Salvatore a Scanzano, quartiere collinare di Castellammare.Pupetta è un simbolo della città stabiese, perché il suo nome è stato capace di attraversare generazioni di stabiesi, che soprattutto di notte raggiungevano il suo laboratorio di via Santo per gustare cornetti, krapfen, focacce, ma soprattutto l’inimitabile graffa. Un ciambella ricoperta di zucchero e farcita di cioccolato dal sapore unico, che l’ha resa famosa ovunque in Campania, arrivando addirittura a essere studiata come fenomeno dal Centro Ricerche Sociali sulla dieta mediterranea dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.Il filmato pubblicato ieri sulla pagina social “Sos Stabia” racconta parte della vita di una donna, una lavoratrice e imprenditrice unica nel suo genere.Felicia D’Oriano era nata nel quartiere Scanzano nel 1933, terz’ultima di otto sorelle.
Amava raccontare di essere stata precoce, di aver cominciato a camminare a 8-9 mesi e di aver iniziato a frequentare il forno di famiglia – allora gestito dalla nonna – all’età di 4 anni. Erano anni difficili, quelli che precedevano la seconda guerra mondiale, quando non c’erano attrezzature e il pane s’impastava con i piedi e con le mani. Felicia impara i segreti di quel lavoro dalla famiglia che gestiva anche un altro forno poco distante, sempre a Scanzano. Il soprannome “Pupetta” glielo aveva messo la madre. «Perché le mie sorelle erano tutte belle, mentre io no. Chiamandomi così, pensava di migliorarmi», raccontò qualche anno fa.Non poteva sapere, quasi un secolo fa, che quel soprannome sarebbe diventato il più conosciuto a Castellammare di Stabia.
Pupetta porta avanti la tradizione del forno di famiglia in via Santo e soprattutto la arricchisce con prodotti che alla lunga diventeranno il suo segno distintivo. E’ lei alla metà del secolo scorso a inventare la ricetta della speciale graffa. Una miscela di cinque farine e acqua «più un piccolo accorgimento segreto, che consente di mantenerla morbida», spiegava lei stessa ai ricercatori del Suor Orsola Benincasa.Così la graffa di Pupetta è diventata un brand conosciuto non solo a Castellammare. A tal punto che nel forno di via Santo a Scanzano se ne sono arrivate a produrre fino a settemila a sera. A guidare i parenti e gli operai in quel laboratorio sempre lei, Felicia D’Oriano, almeno fino al 2017, quando all’età di 84 anni, i medici la convinsero a stare a casa.Con Pupetta – morta nella giornata di Ferragosto – se ne va un pezzo di Castellammare. Una donna caparbia, una straordinaria lavoratrice, ma anche un’imprenditrice coraggiosa. Il suo laboratorio, ormai da quasi un secolo, segna quasi il riscatto di un quartiere che spesso finisce alla ribalta della cronaca solo per vicende di criminalità organizzata.
Pupetta a Scanzano ha creato occupazione, dando la possibilità a tanti giovani nel corso degli anni di lavorare nel suo laboratorio o consegnando i suoi prodotti. Pupetta, nel quartiere collinare di Castellammare, è riuscita a portare ogni sera tantissimi giovani da ogni zona della provincia di Napoli e Salerno, che arrivavano in via Santo solo per acquistare le sue prelibatezze.Il risultato dell’immenso amore che metteva nel suo lavoro e che ora le viene riconosciuto dalle tantissime persone che negli anni hanno assaggiato i dolci della “Regina” delle graffe.