Torre del Greco. Davanti alle prove schiaccianti presentate dall’ex sindaco Valerio Ciavolino, non è riuscito a trovare alcuna spiegazione valida per giustificare l’ennesima gaffe-social.
Così, alla fine, Luigi Mele – il trasformista di palazzo Baronale passato alla corte di Giovanni Palomba per «salvare» la città dall’emergenza-rifiuti, un obiettivo fino a oggi miseramente fallito – ha dovuto ammettere: «Chiaramente si trattava di filmati a campione», la «resa» davanti all’accusa di avere utilizzato vecchi video per «promuovere» i controlli promossi dall’amministrazione comunale contro gli sversamenti selvaggi di rifiuti.
Una precisazione, tuttavia, arrivata solo a 24 ore dall’affondo dell’ex enfant prodige di Forza Italia: in pieno agosto – all’epoca della diffusione attraverso i social delle immagini estratte dalle foto-trappole installate dal Comune in punti «nevralgici» della città – l’ex assessore ai lavori pubblici della giunta targata Ciro Borriello si era guardato bene dall’indicare il periodo a cui si riferivano i controlli. «Viste le condizioni in cui è stata ridotta Torre del Greco – chiosa Valerio Ciavolino – Luigi Mele farebbe bene a vivere la realtà e non le fantasie dei social. Perché le menzogne o le “omissioni” non pagano».
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