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Abodi a Metropolis: “Strutture sportive, in crisi tutto il Sud non solo la Campania”
SPORT
7 ottobre 2021
Abodi a Metropolis: “Strutture sportive, in crisi tutto il Sud non solo la Campania”
Ciro Troise

Un’oasi nel deserto, potremmo definire così l’Istituto per il Credito Sportivo che rappresenta una speranza per migliorare la situazione disastrosa delle strutture in Campania. Abbiamo intervistato il presidente Abodi proprio per fare un’analisi complessiva dello stato dell’arte e capire che opportunità ci sono per i nostri territori.

È stato per sette anni alla guida della Lega di B e nel Consiglio Federale della Figc, adesso gestisce l’Istituto per il Credito Sportivo. In che modo il mondo del calcio può sviluppare collaborazioni con l’Ente da lei diretto?

“Quella nella Lega di B è stata un’esperienza bellissima durante la quale ho consolidato l’idea che il calcio non è soltanto il campo di gioco, ma anche tutto quello che sta intorno a partire dai tifosi, la comunità nella quale si inserisce e le infrastrutture che ospitano lo spettacolo. Proprio su questo fattore, quello infrastrutturale, si è determinata nel tempo una relazione strettissima con l’Istituto per il Credito Sportivo, che ha finanziato e sta finanziando gran parte delle infrastrutture calcistiche del nostro Paese. Abbiamo accordi con le tre Leghe professionistiche e con la Lega Nazionale Dilettanti, che consentono alle associate, ai vari livelli, di avere condizioni agevolate per realizzare nuovi impianti e migliorare quelli esistenti. A questi accordi si aggiunge il rapporto strettissimo con le Amministrazioni Comunali, che sono proprietarie di gran parte delle infrastrutture sportive italiane”

La Campania vive una crisi profonda riguardo alle strutture sportive. Come il Credito Sportivo potrebbe aiutare il nostro territorio?   “La crisi delle infrastrutture sportive in Campania è quella, purtroppo, di quasi tutto il Sud, di fronte alla quale l’ICS, anche utilizzando al meglio le risorse finanziarie pubbliche affidate al Fondo di Garanzia e al Fondo Contributi Interessi che gestiamo separatamente dalla banca, si sta impegnando in stretto collegamento con la Regione e coi i Comuni. Nella cronaca dei territori è facile trovare ogni settimana notizie che informano su iniziative finanziate in campania dal Credito Sportivo, ma possiamo e dobbiamo fare di più. Anche grazie alle risorse finanziarie del PNRR, sono certo che non mancheranno grandi opportunità di riqualificare grandi e piccoli impianti, soprattutto impianti di base e dallo straordinario valore sociale, ma sarà fondamentale la propria collaborazione, per arrivare a elaborare progetti in un’ottica di programmazione degli interventi. Un tema altrettanto importante è quello legato alla gestione di questi impianti e alle facilitazioni, anche fiscali, che sarà necessario garantire proprio per il valore sociale che in questo periodo di crisi determinato dal Covid 19 si è manifestato in maniera ancora più evidente”

Ad agosto avete lanciato un bando di 225 milioni di euro di finanziamenti a tassi agevolati. Che opportunità può rappresentare per il nostro territorio? 

“La misura lanciata ad agosto con una disponibilità fino a 225 milioni di euro è la terza nel suo genere, dedicata al finanziamento della liquidità, ovvero della gestione di associazioni e società sportive, anche in forma di società di capitali, che hanno subito e continuano a subire l’effetto devastante delle chiusure e delle limitazioni dovute all’epidemia da Covid 19. Le condizioni agevolate, messe a disposizione dai Comparti Garanzie e Contributi Interessi dei rispettivi Fondi che citavo in precedenza, rendono più conveniente l’accesso a questo credito e le realtà sportive della Campania stanno facendo domanda di finanziamento, così come è successo per le prime due misure che abbiamo proposto a maggio 2020 e gennaio 2021. Sul nostro sito www.creditosportivo.it  sono a disposizione tutte le informazioni per accedere allo strumento”

Commisso ha individuato come una delle sue priorità l’impiantistica sportiva, come dimostra la struttura realizzata a Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze. Che esempio può rappresentare questa scelta per gli altri presidenti della serie A?   

“Il presidente Commisso è un esempio e un riferimento per la Serie A e non solo. Sono ancora troppo pochi i club che investono in modo convinto e con la giusta impostazione sulle infrastrutture, ovvero stadi e impianti di allenamento, determinando un fattore di arretratezza del calcio italiano rispetto ai Paesi con i quali compete a livello internazionale. L’esperienza americana e la sua cultura imprenditoriale hanno portato naturalmente Commisso a investire una cifra rilevante sul bellissimo impianto di Bagni a Rivoli che sarà certamente utile a far crescere la Fiorentina insieme alla profonda riqualificazione dello stadio Franchi, che sono certo si farà sotto l’impulso del Comune di Firenze e in accordo con il Club. Mi auguro che, con il nostro supporto non solo come banca ma anche della struttura di advisory ICS, l’esempio della Fiorentina convinca definitivamente quei presidenti che ancora non hanno dato il giusto valore a questi fattori della produzione dai quali dipende il futuro del calcio di alto livello nel nostro Paese”

Come si dovrebbe affrontare la problematica stadi in Italia? Sarebbe necessario anche secondo lei un intervento del Governo?  

“Il gap strutturale del nostro Paese è il frutto delle non scelte o dei percorsi sbagliati degli ultimi 30 anni. Alcuni club hanno fatto, con grande fatica e dispendio di energie, le cose che servivano per avere uno stadio più moderno e funzionale rispetto alle esigenze dei Tifosi e delle aziende sponsor, ma che siamo indietro ce ne accorgiamo in maniera clamorosa. Non è un caso che il Credito Sportivo abbia costituito una piattaforma di advisory che in questo momento sta collaborando per lo sviluppo di piani di fattibilità di sette nuovi stadi di club in Serie A, fianco a fianco con i club e le amministrazioni comunali, perché queste iniziative vanno avanti solo armonizzando gli interessi e partendo dall’analisi dei numeri e non dai plastici e i rendering. La legge perfetta non esiste per definizione, probabilmente ne servirebbe una nuova ma nel frattempo usiamo al meglio una legge che è già una buona norma. E, magari, utilizziamo al meglio un progetto di candidatura agli Europei del 2028 per mettere in campo ulteriori strumenti che facilitino e favoriscano questo sviluppo del quale hanno bisogno anche le nostre città”

Quali sono le priorità che dovrebbe affrontare il calcio italiano per venir fuori dalle difficili condizioni che ha imposto la crisi pandemica?  

“Penso che sarebbe utile una sorta di piano industriale che entri nel dettaglio della condizione attuale e degli strumenti da attivare per uscire dalla crisi finanziaria che ha ragioni legate non solo all’emergenza sanitaria. La Lega Serie A sta lavorando in tal senso e sono convinto che anche la prospettiva di un rapporto più strutturato con il mondo finanziario, porterà l’associazione dei club di A a mettersi al passo con i colleghi inglesi, spagnoli e tedeschi, pur nella diversità delle condizioni dei singoli Paesi. Di certo mi piacerebbe che tra qualche anno si possa tornare a fare riferimento al modello Italia come succedeva decenni fa, ma per proporre un modello vincente dal punto di vista gestionale, capace di contribuire a togliere spazio alle ragioni della Superlega, bisogna acquisire una mentalità industriale mettendo al centro degli interessi i Tifosi e un modello gestionale all’altezza delle ambizioni, che valga per il mercato italiano, così come quelli internazionali nei quali abbiamo straordinari margini di miglioramento. Facendo tutto questo, credo sarà anche più facile chiedere alle istituzioni governative nuovi strumenti legislativi per contribuire allo sviluppo del calcio italiano”

Il presidente Gravina ha parlato di duecentomila iscritti persi nel 2020. In che modo investire nelle strutture può aiutare il calcio a ritrovare i ragazzini che ha perso?

“Il presidente Gravina, oltre a registrare il dato negativo, ha capito che il calcio non può pensare di essere inevitabile nelle scelte delle persone: vale per bambine e bambini che si iscrivono alle scuole calcio, così come per tutti gli altri che giocano o partecipano da spettatori allo spettacolo calcistico. Il mondo cambia sempre più rapidamente e anche le abitudini delle persone e delle famiglie. Bisognerà mantenere vivo il meraviglioso rapporto, anche emotivo, che ha fatto del calcio uno straordinario fenomeno popolare che abbiamo pienamente e felicemente riscoperto con la vittoria agli Europei. Proprio quella gioia collettiva deve essere un formidabile stimolo per tutta la classe dirigente calcistica per mettere in condizione il calcio italiano, in tutte le sue declinazioni e in tutte le sue forme, dal vertice alla base del movimento affidata alla Lega Dilettanti del presidente Sibilia, di meritare il coinvolgimento e la partecipazione di un numero di persone che mi auguro possa ricominciare a crescere. Ed è del tutto evidente che anche la qualità delle infrastrutture, dallo stadio del club di vertice, al campo dell’oratorio affidato alla società dilettantistica, dovranno sempre più essere all’altezza delle aspettative di chi ci entrerà per giocare, per lavorare o per tifare. Credo ci siano le condizioni per raggiungere l’obiettivo, ma come al solito la differenza la fanno le persone chiamate a prendere le decisioni”

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