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Scogliere sfregiate a Torre del Greco: ecco i nomi degli indagati. Trema anche il Comune
CRONACA
15 ottobre 2021
Scogliere sfregiate a Torre del Greco: ecco i nomi degli indagati. Trema anche il Comune
Alberto Dortucci

Torre del Greco. Scogliere sfregiate, concessioni «facili» e abusi edilizi: si allarga l’inchiesta portata avanti dalla procura di Torre Annunziata sulle «terrazze con vista mare» realizzate in zona porto e non solo. A 24 ore dai sequestri preventivi ordinati dal sostituto procuratore Matteo De Micheli, emergono i primi dettagli sulle indagini avviate in primavera e sfociate – al momento – in quattro avvisi di garanzia. Ma, a breve, lo scandalo si potrebbe ulteriormente allargare e «interessare» diversi settori del Comune.

Il nome-chiave

Tra gli indagati, infatti, non ci sono solo gli imprenditori Giuseppe Fornito – titolare dello Yachting Club di via Principal Marina, a cui è stata sequestrata in via cautelare la pedana da 590 metri quadrati ancorata agli scogli – e Anna Maria Mennella, insieme al suo tecnico di fiducia Giancarlo Sannino: il nome «eccellente» dell’inchiesta è quello dell’ingegnere Giovanni Salerno, in passato a capo dell’ufficio tecnico e, ironia della sorte, indicato tra i corridoi del municipio – fino allo scoppio dell’ennesima bufera giudiziaria – come un «autorevole candidato» alla successione di Generoso Serpico, l’ex dirigente dell’ufficio tecnico fresco di dimissioni. Il professionista noto per la sfilza di condoni poi finiti sotto la lente d’ingrandimento della magistratura è finito sott’inchiesta per entrambe le pedane sequestrate dai vigili urbani del comando di largo Costantinopoli. Per l’area all’aperto dello Yachting Club l’ingegnere di via Massalubrense – in qualità di progettista e direttore dei lavori – deve rispondere di cinque ipotesi di reato, a partire dagli abusi edilizi su area demaniale fino al disastro ambientale provocato dall’ancoraggio della pedana alla scogliera. Un «dettaglio» taciuto all’interno del fascicolo presentato in Comune per la Scia. Stesso «schema» per la pedana commissionata da Anna Maria Mennella, la responsabile della società poi pronta a cedere la concessione per realizzare un locale per la somministrazione di drink con un chiosco in legno e servizi igienici.

I fari sul Comune

Il pool di investigatori guidato dal pm Matteo De Micheli ha già ascoltato a sommarie informazioni testimoniali diversi tecnici dell’ufficio urbanistica del Comune e acquisito le pratiche presentate al Suap. Per la pratica dello Yachting Club – sottolinea il titolare delle indagini – la tecnica istruttrice del procedimento propose alla dirigente (al momento, estranea a qualsiasi accusa) l’annullamento in autotutela. La proposta, ritualmente protocollata e ricevuta dalla destinataria, non ebbe esito né replica della dirigente a differenza del caso dell’adiacente pedana dove la stessa dirigente avocò a sé la pratica. Circostanze su cui ora la procura di Torre Annunziata vuole vedere assolutamente chiaro.

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