Torre del Greco. Era stato l’unico a sfuggire alla «retata» organizzata dagli agenti del locale commissariato di polizia per eseguire le ordinanze di custodia cautelare decise dal gip Mariaconcetta Criscuolo del tribunale di Torre Annunziata.
Ma la «fuga» di Antonio De Rosa – 47 anni, volto già noto alle forze dell’ordine del territorio – non è durata neanche 24 ore: il complice di Colomba Cascone – la figlia del boss noto come Zì Peppe, ucciso in un agguato di camorra a novembre del 2003 – è stato bloccato dalla polizia di frontiera al valico del Brennero, di rientro da una trasferta in Germania. Il suo identikit era stato diffuso dagli uomini in divisa agli ordini del primo dirigente Antonietta Andria a tutti i colleghi impegnati nei controlli di routine ai confini nazionali.
L’uomo, completate le formalità di rito, sarà trasferito dietro le sbarre del carcere: deve rispondere – secondo le accuse messe in fila dal pubblico ministero Matteo De Micheli della procura di Torre Annunziata – di usura in concorso con la complice Colomba Cascone, moglie di Giovanni Falanga alias ‘o fucile. Secondo la ricostruzione degli investigatori, infatti, Antonio De Rosa in due occasioni avrebbe riscosso le rate dalla fornaia per conto della figlia del boss e – a gennaio del 2020, davanti alle difficoltà della vittima a onorare i suoi debiti – non avrebbe esitato a minacciare e aggredire la donna, afferrata per il bavero della felpa e trascinata a sé.
Accuse dai cui il dodicesimo indagato si potrà difendere già a partire dai prossimi giorni. Sono stati fissati per oggi alle 9, invece, gli interrogatori di garanzia per i quattro strozzini finiti in cella: i fratelli Alberto Di Giulio e Gaetano Di Giulio nonché Salvatore Scognamiglio – noto come cerasiello – e la moglie Clorinda Palomba proveranno così a smontare le ipotesi di reato costruite dagli investigatori sulla scorta della denuncia presentata dalla vittima e dei successivi accertamenti tecnici e documentali. Nel pomeriggio, a partire dalle 14, il faccia a faccia con il giudice per le indagini preliminari toccherà alle donne-strozzine sottoposte agli arresti domiciliari.
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