Torre del Greco. Durante la giornata non aveva mai occasione di passare a riscuotere le rate del debito perché impegnato sul posto di lavoro. Ma – a cavallo tra il mese di marzo e il mese di maggio dello scorso anno, in piena emergenza sanitaria legata al Covid-19 – si sostituì alla madre e alla sorella nel ritiro delle somme previste dal «contratto» con la fornaia. Il motivo? Il sindaco Giovanni Palomba – in ottemperanza delle norme varate dal governo per frenare l’ondata di contagi – aveva sospeso i servizi di trasporto pubblico «supplementari» previsti dal Comune.
Così Gaetano Di Giulio – 44 anni, residente in via XX Settembre – era rimasto temporaneamente disoccupato e si preoccupò di curare gli «affari di famiglia». C’è anche un conducente di taxi collettivi tra gli indagati accusati di usura ai danni della titolare di una storica panetteria del centro cittadino: il retroscena emerge proprio dal disperato racconto di C.B. agli investigatori, in cui vengono ricostruite le varie tappe del calvario della vittima.
Un calvario di cui la famiglia di Gaetano Di Giulio divenne «protagonista» a partire dal marzo del 2019: «Il primo figlio di Maria Candurro raramente veniva al panificio perché è autista di taxi collettivi – le parole messe a verbale dalla donna -. Solo nel periodo del Covid, poiché non lavorava, venne spesso lui a ritirare il denaro al panificio. E, come i parenti, a volte prelevava prodotti e non pagava».
Un comportamento costato al conducente di taxi collettivi – insieme ai suoi familiari – l’arresto per usura. Ma l’inchiesta ora potrebbe pregiudicare il futuro lavorativo del 44enne di via XX Settembre: il rilascio della licenza per trasporto pubblico non di linea, infatti, prevede – insieme ai necessari titoli di guida – il possesso di comprovati «requisiti morali». Non propriamente i «requisiti» in possesso di uno strozzino, destinato ora a passare (anche) sotto i fari dell’ufficio comunale incaricato del rilascio/conferma delle licenze per taxi collettivi.
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