Torre del Greco. Dopo il presidente «abusivo» del consiglio comunale Gaetano Frulio – eletto con i voti dell’attuale opposizione – ecco il vice-presidente «double face» Pasquale Brancaccio. Sulla carta espressione della minoranza, ma in sostanza scelto e votato solo dalla maggioranza. è l’ennesima «pastetta» orchestrata dal sindaco Giovanni Palomba e andata in scena a palazzo Baronale. Dove, calpestando qualsiasi forma di garbo istituzionale e di rispetto delle minoranze, l’amministrazione comunale si è scelta «in famiglia» il nome a cui affidare la carica da numero due dell’assise. Dunque, sarà il politico-ultrà condannato in primo grado a 4 anni e due mesi per resistenza aggravata a pubblico ufficiale a fare coppia – in attesa della sentenza d’appello – con l’avvocato con l’ossessione per la poltrona da «capo» del consiglio comunale.
Il bavaglio in aula
Le indicazioni arrivate dai banchi della minoranza erano decisamente differenti: in scia al «metro» adottato in occasione della scelta del presidente della commissione trasparenza – evitare di puntare sugli ex dissidenti della maggioranza, riconoscendo il lavoro portato avanti dall’opposizione uscita dalle urne – la candidata alla carica di vice-presidente doveva essere Santa Borriello del M5S: una garanzia di legalità davanti a cui il sindaco Giovanni Palomba – memore del rifiuto dei pentastellati a entrare in coalizione all’epoca dello strappo con Luigi Caldarola & company – evidentemente si è irrigidito, imponendo alla maggioranza il nome dell’ondivago politico-ultrà. Già a partire dalla prima votazione a scrutinio segreto – fatta eccezione per l’astensione pubblica di Gaetano Frulio, promotore dell’ennesima «riforma» delle tradizionali procedure – si è intuita la strada scelta dalla maggioranza. Davanti al bavaglio istituzionale, la «vera» opposizione si è tirata fuori dalla farsa, lasciando la maggioranza da sola a votare il politico-ultrà: alla «pastetta» si è sottratto solo l’ex senatore Nello Formisano, pronto a difendere (almeno) i principi basilari della democrazia politica.
Il «premio» a Spierto
Superato lo scoglio del voto, il carrozzone di Giovanni Palomba si è approvato senza scossoni i provvedimenti in cima alla lista delle priorità dello storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio. Tra questi non c’era il centro servizi della Nu a viale Sardegna, ma l’indirizzo a valutare – in caso di necessità – la possibilità di prevedere lo sbarco delle strisce blu nei parcheggi La Salle e Santissima Trinità: un «contentino» all’ultimo arrivato in maggioranza Antonio Spierto, storicamente sensibile alle questioni relative a parcheggi e parcheggiatori. Un atto magistralmente «fotografato» dall’ex sindaco Valerio Ciavolino: «Questa amministrazione comunale mi ricorda una giostra d’altri tempi, il calcinculo – l’affondo dell’esponente dell’opposizione -. Quando sale qualcuno, subito compare l’orsacchiotto da afferrare al volo come premio. Ma poi c’è sempre qualche mano a ritirare l’orsacchiotto». Parole capaci di fare calare il sipario sull’assise di palazzo Baronale.
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