Torre del Greco. Il personale dell’ufficio Anagrafe è ridotto all’osso, ma il capo dell’assise Gaetano Frulio «porta via» un altro dipendente da impiegare full time presso la segreteria del consiglio comunale. Ha già scatenato un vespaio di proteste l’ultimo schiaffo a lavoratori e cittadini arrivato dalla casta di palazzo Baronale, pronta a sottrarre ulteriori unità a un settore già alle prese con notorie carenze di organico – capaci di scatenare ricorrenti liti e tensioni agli sportelli degli ex Molini Meridionali Marzoli – per provare a scongiurare il rischio di nuove figuracce per la «classe politica» alla guida della quarta città della Campania.
Tutto nasce dal «pasticcio delle pec» alla base del doppio rinvio dell’ultima seduta dell’assise cittadina: due autogol – mai registrati in passato, neanche all’epoca di «improbabili» presidenti del consiglio comunale – imputati da Gaetano Frulio prima a fantomatici «black out» della piattaforma informatica in uso all’ente di palazzo Baronale e poi alla presenza ridotta del personale di segreteria, impiegato all’ufficio Anagrafe e distaccato solo due giorni «al servizio» dei politici.
Di qui, l’idea di chiedere e ottenere dal segretario generale Pasquale Incarnato il trasferimento a tempo pieno del lavoratore presso la segreteria del consiglio comunale: un’ipotesi a cui si è opposto il dirigente del settore demografico – consapevole della già complicata organizzazione del lavoro all’ufficio Anagrafe – ma senza risultato.
A dispetto del parere negativo di Andrea Formisano, infatti, il trasferimento a tempo pieno dell’impiegato dagli ex Molini Meridionali Marzoli a palazzo Baronale è stato completato. Con ulteriori disagi per i «superstiti» dell’ufficio Anagrafe: agli sportelli ora restano solo 10 dipendenti, chiamati a rispondere a tutte le esigenze dei cittadini – in particolare, relative al rilascio delle carte d’identità – dopo avere incassato un altro schiaffo dalla casta.
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