BOSCOTRECASE – È stato necessaria una terapia innovativa, eseguita in modo congiunto da varie branche specialistiche ed equipe operanti in due ospedali della provincia di Napoli, per strappare alla morte un paziente di 54 anni positivo al Covid-19 e affetto da sindrome embolitica. Un caso grave portato a termine al Sant’Anna e Maria Santissima della Neve di Boscotrecase, il nosocomio che dal 2020 è stato trasformato in Covid-hospital per rispondere all’emergenza pandemica nei comuni che fanno parte dell’Asl Napoli 3 Sud.
L’intervento che ha impegnato diversi medici operanti tra la struttura di Boscotrecase e il San Leonardo di Castellammare di Stabia, è stata resa nota dalla stessa azienda sanitaria che ha comunicato che il paziente ha 54 anni ed è residente proprio nel comune stabiese. L’uomo, positivo al Coronavirus e affetto da sindrome embolitica, è ricoverato presso l’unità operativa di subintensiva a Boscotrecase. “Vista la grave urgenza – spiegano i responsabili della Napoli 3 Sud – è stato sottoposto ad una terapia innovativa di alta specializzazione che gli ha salvato la vita”. Per l’attuazione della metodica, come detto, si è reso necessario l’intervento congiunto di varie specialistiche ed equipe operanti sia Boscotrecase, sia nel nosocomio di Castellammare di Stabia: coinvolte le strutture di rianimazione, cardiologia, nefrologia, farmacia e del servizio trasfusionale. “Il paziente – sottolineano ancora dall’Asl con sede centrale nel plesso Bottazzi di Torre del Greco – è stato sottoposto a terapia con anticorpi monoclonali e terapie farmacologiche immunosoppressive.
L’azione congiunta dei medici di Castellammare e Boscotrecase e delle due direzioni sanitarie di presidio ha fatto sì che il cinquantaquattrenne, peraltro sottoposto a terapia dialitica, superasse il momento critico”. Dal nosocomio di Boscotrecase nei giorni scorsi è stato lanciato un allarme sull’aumento esponenziale dei ricoverati nei reparti dedicati ai pazienti Covid e di come negli ultimi tempi si siano ridotti i posti a disposizione sia in terapia intensiva, sia nell’area della subintensiva. Anche in questo, come in altri casi segnalati un po’ in tutta Italia, ad essere colpiti dalle forme più gravi legate – come si evince dai dati in possesso della Napoli 3 Sud – sono soprattutto i soggetti non vaccinati.