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Castellammare. Il Comune chiede fondi al governo per demolire i silos
CRONACA
7 gennaio 2022
Castellammare. Il Comune chiede fondi al governo per demolire i silos
Tiziano Valle

Ultima chiamata per lo sviluppo del porto di Castellammare. L’amministrazione comunale di centrodestra cerca la sponda dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale per provare a migliorare uno scalo che ha ormai perso il treno, che avrebbe potuto trasformarlo in punto d’approdo crocieristico, complice l’incapacità di compiere scelte definitive in sede di approvazione del documento strategico da parte dell’amministrazione comunale stabiese e l’esclusione dai finanziamenti del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Quel progetto sarà sviluppato a Torre Annunziata, dove per il momento sono stati stanziati 30 milioni di euro da parte del Governo. Un duro colpo alle ambizioni di riconversione turistica della città stabiese, che adesso deve provare a difendere lo stabilimento Fincantieri (la discussione sui finanziamenti necessari a realizzare la piattaforma di varo galleggiante, sembra essere finita nel dimenticatoio) e magari favorire lo sviluppo del diportismo.In tal senso, l’amministrazione comunale è convinta che è necessario abbattere i silos dell’Acqua della Madonna, e magari realizzare una piazza e un parcheggio, anche su più piani, in quell’area, per provare a liberare la zona dal traffico e offrire un servizio di sosta adeguato anche ai diportisti. Per raggiungere questo obiettivo serve la sponda dell’Autorità Portuale e il sindaco Gaetano Cimmino sta ragionando proprio con il presidente Andrea Annunziata con l’obiettivo di candidare il progetto ai fondi del Cis (Contratto Istituzionale di Sviluppo) con il Ministero per il Sud.

Entro il 15 gennaio bisognerà presentare le schede per i progetti e non è da escludere che il piano di abbattimento dei silos dell’Acqua della Madonna, possa essere candidato in collaborazione proprio tra Comune di Castellammare e Autorità Portuale. Con le opere a mare di fatto bloccate, in attesa di comprendere i progetti per il cantiere navale, sono quelle a terra a essere oggetto di confronto. In questa ottica, l’amministrazione vorrebbe lavorare anche alla riqualificazione di piazza Fontana Grande, oggi abbandonata e più volte oggetto di raid vandalici. L’idea di migliorare la parte a terra dello scalo stabiese si basa anche sull’opportunità di agevolazioni fiscali per chi dovesse decidere d’investire nelle aree retroportuali, concessa dal governo Draghi.

Progetti ambiziosi dal punto di vista urbanistico, che lasciano però sospeso sul tavolo il tema occupazionale. Senza un reale sviluppo turistico diventa complicato immaginare di creare posti di lavori in quel settore, anche perché non si scorgono all’orizzonte progetti che prevedono la realizzazione di strutture ricettive e l’opportunità di diventare una stazione crocieristica è ormai tramontata. Con i continui tentennamenti relativi allo sviluppo infrastrutturale del cantiere navale sarà complicato anche immaginare che possano esserci exploit di posti di lavoro nel settore industriale.

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