A San Giuseppe Vesuviano sono arrivati nei giorni scorsi, accolti dai vertici del Comune e dai padri Giuseppini del Murialdo che hanno aperto le porte del centro giovanile per l’accoglienza dei profughi. Trenta persone tra bambini e donne, tra cui due ragazze incinta, fuggite dall’incubo della guerra in Ucraina. Sono scappati da Kiev e da Leopoli dopo giorni durissimi, rinchiusi nei bunker e rimasti al buio per giorni prima di raggiungere la frontiera e salire sui bus che li hanno portato in Italia. Gli allarmi delle sirene sono lontani, ma negli occhi di tutte le madri ucraine arrivate all’ombra del Vesuvio nei giorni scorsi, si legge ancora il timore per l’evolversi di un conflitto che rischia di avere effetti devastanti sulla popolazione. In patria sono rimasti i mariti e i genitori di quei bimbi che oggi giocano nei locali dei religiosi di San Giuseppe Vesuviano. Due donne sono incinte, una di sei e l’altra di 4 mesi, hanno lasciato i propri compagni senza sapere se presto si rivedranno. A occuparsi della gestione dei profughi a San Giuseppe Vesuviano gli assessori Silvia Annunziata e Marica Miranda, quest’ultima delegata all’Immigrazione. «Ci stiamo mettendo in contatto con associazioni e con i referenti dei cittadini ucraini sul territorio visto che nell’hinterland vesuviano c’è una comunità molto vasta». – spiega Miranda – «Il nostro obiettivo, e lo chiederemo anche alla prefettura, è quello di avviare un censimento di tutti i profughi in città per garantire maggiori e aiuti e capire se c’è la possibilità di mettere ulteriori alloggi a disposizione di chi scappa dalla guerra».
CRONACA
12 marzo 2022
In fuga dalla guerra, accolti a San Giuseppe Vesuviano i primi 30 profughi