Torre del Greco. L’appello a tutti gli esponenti d’opposizione seduti tra i banchi del consiglio comunale era stato lanciato già all’indomani del mancato «golpe» al sindaco Giovanni Palomba: «Bisogna cominciare a costruire una coalizione in grado di segnare un reale cambio di passo rispetto agli ultimi 10 anni», aveva detto il soldato Luigi Caldarola a 24 ore dal flop della mozione di sfiducia promossa dagli infiltrati del Pd a palazzo Baronale. A tre settimane dalla cocente delusione in aula, stasera è in programma il primo passo: un «tavolo interforze» per fare il punto della situazione e per le prime «prove di alleanza» in vista del voto del 2023.
I 4 sindaci
All’incontro dovrebbero partecipare (quasi) tutti i sottoscrittori della mozione di sfiducia a Giovanni Palomba: insieme a Luigi Caldarola e al «casilliano» Vittorio Guarino, dunque, ci saranno Gaetano Frulio e Luisa Liguoro – le teste d’ariete utilizzate da Luigi Mennella per provare, senza successo, a staccare in anticipo la spina all’amministrazione comunale – il grillino Vincenzo Salerno, l’ex sindaco Valerio Ciavolino e Simone Mariano Gramegna. A fare gli onori di casa sarà Salvatore Gargiulo, pronto a ospitare il primo «appuntamento politico» con vista 2023. Un incontro con otto invitati, ma con quattro (potenziali) aspiranti alla successione di Giovanni Palomba. Al netto della scontata candidatura a sindaco di Valerio Ciavolino – a partire dal 2002 l’ex enfant prodige di Forza Italia ha «saltato» solo le elezioni del 2012 e del 2014, a cui partecipò non in prima persona bensì con una lista civica collegata a Ciro Borriello – non sono un mistero le «ambizioni di crescita» di tre esponenti dell’opposizione: Luigi Caldarola – già «transitato» per il tavolo del centrodestra, successivamente abbandonato – il pentastellato Vincenzo Salerno e il presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati di Torre Annunziata, Luisa Liguoro.
Il primo passo
Non a caso, a palazzo Baronale si tende a «minimizzare» l’incontro: «Sarà solo l’occasione per fare un punto della situazione e valutare le prossime iniziative da portare in consiglio comunale», la versione ripetuta come un mantra dai promotori del «tavolo interforze». Accompagnata da una riflessione: «Se vogliamo costruire un’alternativa valida, dobbiamo iniziare a lavorare». Perché, con quattro potenziali sindaci in campo, la «scrematura» non sarà semplice.
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