Castellammare. Scioglimento del consiglio comunale, l’ex sindaco Cimmino rischia l’incandidabilità
CRONACA
24 marzo 2022

Castellammare. Scioglimento del consiglio comunale, l’ex sindaco Cimmino rischia l’incandidabilità

Redazione

Sono trascorsi trenta giorni dallo scioglimento del consiglio comunale di Castellammare di Stabia per infiltrazioni della criminalità organizzata. Un mese fa, il 24 febbraio scorso, il Consiglio dei Ministri ha sancito la fine dell’esperienza amministrativa di Gaetano Cimmino e del centrodestra alla guida di Palazzo Farnese. La relazione degli ispettori ministeriali che ha accertato condizionamenti della criminalità organizzata ha acceso i fari su un atto politico (la scelta di nominare Mariamaddalena Leone dirigente al settore Risorse Umane e Avvocatura) e su una sfilza di affidamenti diretti assegnati, senza il rispetto del principio di rotazione, a ditte in odore di camorra.

Alcune delle quali gestite da imprenditori ritenuti vicini all’ex sindaco Gaetano Cimmino.A trenta giorni dallo scioglimento, l’ex primo cittadino è impegnato insieme ai suoi legali a preparare il ricorso, che dovrebbe essere depositato prima di Pasqua. Mentre a Castellammare ci s’interroga su quali saranno i provvedimenti adottati nei confronti dei politici, dei dirigenti e dei dipendenti comunali che si sarebbero resi protagonisti di illeciti. Ad oggi non è stato emesso alcun provvedimento d’incandidabilità, tantomeno sanzioni nei confronti dei funzionari. Per quanto riguarda la politica, il Prefetto di Napoli che dovrà indicare gli eventuali nomi da escludere per le prossime elezioni potrebbe attendere l’esito del ricorso contro il decreto di scioglimento.

Di sicuro la relazione si concentra molto sull’ex sindaco di Castellammare di Stabia, Gaetano Cimmino. Negli atti viene ricordata la sua partecipazione, in qualità di testimone di nozze, al matrimonio di un esponente della famiglia De Iulio, in cui figurano anche persone condannate per fatti di camorra. La stessa famiglia che avrebbe avuto affidamenti diretti dal Comune, già prima dell’elezione dell’ex primo cittadino.

Cimmino potrebbe essere il primo nome a rischio incandidabilità, ma non è da escludere che lo stesso provvedimento possa essere adottato anche nei confronti di ex assessori e consiglieri comunali menzionati nella relazione della commissione d’accesso.Per quanto riguarda i dirigenti e dipendenti comunali, al di là delle eventuali azioni preventive dei commissari anti-camorra che si sono insediati a Palazzo Farnese dopo lo scioglimento per infiltrazioni della criminalità organizzata, molto – così come per i politici – potrebbe dipendere dalle indagini in corso della Procura della Repubblica di Torre Annunziata (annunciate dal procuratore Nunzio Fragliasso) e forse dall’Antimafia. La relazione della commissione d’accesso evidenzia le anomalie riscontrate nella gestione degli appalti pubblici, fornendo anche elementi chiari agli investigatori sulle possibili responsabilità.