“No ai sacramenti per i camorristi, quando sono accertati. E’ giusto non dare la comunione ai divorziati, ma sarebbe non proporzionato non dare la comunione ai divorziati e dare i sacramenti a chi ha ammazzato, a chi pensa di avere un crocifisso in una mano e la pistola nell’altra”. Sono le dure parole di Luigi Riello, procuratore generale di Napoli Luigi Riello, pronunciate al convegno anticamorra voluto dall’arcivescovo don Mimmo Battaglia.
“Io ho parlato dei don Abbondio che ci sono nella chiesa di Marano un don Abbondio ha consentito che per 30 anni ci fossero i quadri donati da Lorenzo Nuvoletta, con la scritta, e lo sanno tutti a Marano che Nuvoletta non è un filosofo emergente. E’ come se nella chiesa di Corleone ci fosse stata la scritta sotto a un quadro ‘dono di Totò Riina. Però ci sono sacerdoti che hanno perso la vita, don Diana e don Puglisi, tanti eroi. Non vogliamo eroi, ma non possiamo prendere le vittime, i nostri eroi, come paraventi insanguinati. Noi magistrati non ci dobbiamo nascondere dietro Falcone e Borsellino per nascondere i disonesti, la Chiesa non si deve nascondere dietro don Diana per nascondere le proprie pagine negative”.
Poi lancia una provocazione: “Alla manifestazione di Libera ho letto anche io 10 nomi di vittime innocenti della criminalità; due mi erano noti, il generale Dalla Chiesa e la moglie Setti Carraro, gli altri mi erano sconosciuti. Questo è brutto, che ci siano povere vittime che nessuno più conosce. ‘Nessuno tocchi Caino’ è giusto, siamo nella civiltà e non vogliamo la pena di morte neanche come pensiero lontano, ma diciamo prima: nessuno tocchi Abele”.