Dissequestrate le biglietterie del porto di Sorrento. Stesso provvedimento per il parcheggio di Marina Piccola, due locali wc, due piccoli uffici, un box circolare, due distributori automatici, un Atm e un manufatto nei pressi dell’area di sosta. A stabilirlo oggi è stato il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata, Emma Aufieri, che ha ufficialmente rigettato la richiesta di convalida del sequestro eseguito dalla polizia giudiziaria e la richiesta di emissione del decreto di sequestro preventivo di tutte le strutture finite al centro delle indagini. Secondo il giudice, ci sono «lacunosità degli elementi indiziari» tanto da ritenere non sussistenti gli indizi di colpevolezza.
Due settimane fa, al termine di un’ispezione a Marina Piccola, personale della guardia costiera di Sorrento e ufficiali di polizia giudiziaria eseguirono diversi sequestri di urgenza. L’accusa? Difformità demaniali comprendendo l’area parcheggio e quella delle biglietterie, dunque occupazione “sine titulo” così come rilevato a più riprese sia dal Comune di Sorrento (che ha pubblicato un bando per le nuove concessioni con cui si occuperanno le biglietterie) sia di recente dal Tar della Campania (che ha respinto un ricorso di Alilauro per l’annullamento dell’ordine di sgombero imposto dal Comune).
Al termine dei controlli della guardia costiera e degli ufficiali di pg, al Comune di Sorrento – quale concessionario – sono state contestate variazioni delle concessioni e l’affidamento delle strutture alle società di navigazione senza le autorizzazioni. Occupazione abusiva l’accusa rivolta nei confronti delle compagnie di navigazione.
Il gip Aufieri, però, oggi ravvisa lacune nelle accuse e nella sua ordinanza odierna in cui prevede il dissequestro delle opere cita espressamente anche una precedente inchiesta della Procura di Torre Annunziata che nel 2019 portò a numerosi avvisi di garanzia. Ma, pochi mesi dopo, su richiesta della stessa Procura di Torre Annunziata, non furono riscontrati elementi per sostenere un’accusa in giudizio e ci fu l’archiviazione di tutte le posizioni. Inoltre, il gip menziona il fatto che fino al termine del 2021 il Comune ha chiesto i canoni alle società. E ciò, secondo il giudice, evidenzia una circostanza: gli armatori, alla luce delle richieste di pagamento dell’ente, erano consapevoli di non violare normative.
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