Torre del Greco. Era già il «Paperone» di palazzo Baronale, con una dichiarazione dei redditi capace di fare impallidire tutti i politici seduti tra gli scranni del consiglio comunale e non solo. A partire dalla prossima approvazione del bilancio 2022 – in programma a metà aprile, salvo colpi di scena – diventerà, grazie ai corposi aumenti di «stipendio» decisi dalla sua giunta, il sindaco più pagato della provincia di Napoli. D’ora in avanti, infatti, costerà la bellezza di 6.210 euro al mese il «lavoro» svolto da Giovanni Palomba «al servizio» di Torre del Greco. Come programmato a inizio anno, un annuncio-chiave per scansare il fosso della mozione di sfiducia, il primo cittadino – insieme agli assessori, al presidente del consiglio comunale e a tutti gli esponenti di maggioranza e opposizione – si sono visti aumentare l’indennità di funzione. Con buona pace della crisi e dei devastanti effetti dell’emergenza sanitaria su bilanci e vite delle famiglie «comuni».
L’assist da Roma
Il Comune di Torre del Greco si è adeguato all’ultima legge di bilancio 2022, approvata dal parlamento il 29 dicembre del 2021. Tra le sue svariate novità, il provvedimento prevede che – a partire dal 2024 – l’indennità di funzione dei sindaci metropolitani e dei sindaci dei Comuni situati nelle regioni a statuto ordinario sia parametrato al trattamento economico complessivo dei presidenti delle Regioni. Con una velocità sorprendente per gli «standard» dell’amministrazione comunale uscita vincitrice dalle elezioni delle 20 euro del 2018, in meno di tre mesi le nuove «tariffe della casta» sono arrivate in giunta per essere approvate all’unanimità. Con una scelta politica precisa: Giovanni Palomba & company hanno scelto di applicare subito integralmente e non gradualmente – come previsto dalla normativa – l’aumento delle indennità di funzioni, in modo da percepire immediatamente il massimo dei soldi. Insomma, le casse del Comune saranno «spremute» come un limone nell’ultimo anno di mandato.
Le cifre da record
Secondo l’adeguamento deciso a palazzo Baronale, d’ora in avanti gli stipendi della casta saranno d’oro per tutti. Il vicesindaco Enrico Pensati «peserà» 4.658,50 euro al mese sul bilancio del Comune, mentre i restanti assessori dell’esecutivo – al momento: Felice Gaglione, Giuseppe Speranza, Annarita Ottaviano, Gennaro Polichetti e Cinzia Mirabella – costeranno 3.726 euro al mese. Facendo due rapidi calcoli, le spese in soldi pubblici per le «performance» della giunta al completo – oggi risulta vacante il posto lasciato libero da Antonella Esposito – sfonderanno il muro dei 27.000 euro.
Lo stipendio da «abusivo»
La stessa cifra di 3.726 euro è stata fissata per il presidente del consiglio comunale Gaetano Frulio. Passato all’opposizione a fine dicembre 2021, ma rimasto incollato alla poltrona da capo dell’assise: una scelta «lungimirante» sotto il profilo economico per il «regista» del bonus-Frulio capace di arricchire tutti i consiglieri comunali.
I gettoni ai consiglieri
Sì, perché gli aumenti si ripercuoteranno a cascata sul«peso» dei gettoni agli esponenti di maggioranza e opposizione. Destinati adesso a incassare un vero e proprio «stipendio da politico». A partire da aprile, infatti, gli «stacanovisti» delle commissioni potranno arrivare a costare 1.552 euro al mese.
L’allarme ignorato
Eppure, in una missiva agli atti della delibera degli aumenti, il dirigente del settore servizi finanziari Massimiliano Palumbo aveva avvisato il sindaco e gli assessori: «Vista l’attuale situazione politica internazionale, a breve sono verosimili ingenti aumenti dei costi relativi all’energia elettrica e al gas – si legge – a cui non si potrà fare fronte con gli stanziamenti previsti dal dirigente dei servizi tecnologici». Una nota usata come carta straccia dagli «inquilini» del Comune con stipendi record a spese dei contribuenti.
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