Torre del Greco. Il sogno del golpe al sindaco Giovanni Palomba – cullato dal «sempreverde» Luigi Mennella e orchestrato dagli infiltrati dem in municipio, Gaetano Frulio e Luisa Liguoro – si è infranto contro il muro dei numeri in consiglio comunale: mozione di sfiducia bocciata e niente corsa alle urne anticipata al 2022.
Ma, a un mese dall’ultimo flop a palazzo Baronale, il Pd prova ugualmente a serrare i ranghi e a mettere in moto la «squadra» da presentare ai nastri di partenza delle prossime elezioni. Perché, in casa dem, nessuno dimentica la figuraccia del 2018 – il Pd, al termine della solita serie di lotte intestine per la candidatura a sindaco, non riuscì neanche a presentare la lista – e le inevitabili conseguenze politiche. Così, alla vigilia della «settimana di passione» per la Santa Pasqua, il segretario cittadino Salvatore Romano si prepara a convocare il primo direttivo del 2022 per gettare le basi del futuro.
Partendo dai tre nomi già in campo per provare a strappare a Giovanni Palomba la poltrona da primo cittadino: insieme al «solito» Luigi Mennella – bocciato già nel 2007 e nel 2012, praticamente da 15 anni – in pole position c’è l’avvocato Michele Polese e, a fari spenti, l’ex vicesindaco Lorenzo Porzio.
L’appuntamento di inizio aprile servirà a sondare eventuali disponibilità o ambizioni a rappresentare il centrosinistra alla prossima tornata elettorale, in modo da (provare a) scongiurare il rischio dell’ennesima guerra tra correnti. «Ma la priorità del segretario cittadino, stavolta, sarà la lista» sottolineano alcuni fedelissimi di Salvatore Romano. Come a dire: prima si definisce la squadra – in modo da fare uscire allo scoperto chi, fino a oggi, si è tenuto all’ombra dell’amministrazione comunale targata Giovanni Palomba – e poi si entra nel merito di candidature a sindaco e programmi.
Perché il Pd è il primo partito del centrosinistra, ma – come insegna il fallimento del 2018 – non può vincere alcuna competizione elettorale se non presenta neanche la lista.
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