“La politica spesso non fa il suo dovere. E questo è di una gravità inaudita perché quando si ha di fronte l’ente locale, il sindaco, che dovrebbe essere un baluardo contro l’illegalità e invece è diventato parte del problema, allora vuol dire che stiamo veramente molto male”. Lo ha detto Luigi Riello, procuratore generale di Napoli, che stamattina si è recato in visita nella chiesa di San Paolo Apostolo, nel Parco Verde di Caivano, per incontrare il parroco don Maurizio Patriciello di recente oggetto di minacce. Il riferimento del magistrato è all’alto numero di amministrazioni comunali del Napoletano in cui si è rilevata una contaminazione da parte della camorra. “Le divise sempre più spesso sono scolorite e non si capisce più chi sono le guardie e chi sono i ladri”, ha detto ancora il procuratore generale di Napoli.
Don Patriciello non va lasciato solo
“Dobbiamo dimostrare, noi rappresentanti dello Stato e voi come comunità, che noi siamo con don Maurizio Patriciello, stando al suo fianco, fornendo il nostro sostegno e il supporto di una comunità nella parte in cui questa è sana”, ha detto ancora Riello rivolgendosi alle persone presenti in chiesa. “Può darsi che ora siate meno degli altri, – ha aggiunto – ma non fa niente. Però quelli che sono con don Maurizio devono farsi vedere, in chiesa, nella parrocchia, nella strada. Devono dimostrare che è una persona popolare nella forma più nobile di questa parola”. “Non voglio fare una smargiassata, – ha sottolineato il procuratore generale di Napoli – ma io sono qui anche per dire che se toccate don Patriciello, un sacerdote coraggioso, che ha il coraggio di assumersi le sue responsabilità e che sfida la camorra, è come se toccaste me come rappresentante dello Stato”.
Nel colloquio con il sacerdote e coni fedeli, il procuratore generale di Napoli, dopo avere evidenziato lo sforzo quotidiano e coraggio di don Maurizio nell’assistenza a coloro “che vivono in queste periferie esistenziali, faccio mia una frase pronunciata dal presidente Mattarella in occasione del discorso per il suo secondo mandato”, Riello ha ricordato l’allarme lanciato diversi mesi fa dal procuratore di Napoli Giovanni Melillo, sulla pervasività della camorra protesa ad accaparrarsi, in ogni modo, il flusso di denaro che sta per approdare in Italia: “Sappiamo bene ora che il PNRR, con i suoi soldi, sono nel mirino della camorra. già nel 2020 abbiamo registrato fallimenti e subentri sospetti in esercizi commerciali e grandi imprese”, ha concluso.