La tradizione del lauto pranzo di Pasqua e della scampagnata gustosa a Pasquetta resiste, ma quest’anno fa i conti col carovita. E nonostante la voglia di rivalsa dopo il biennio di pandemia con segnali di ripresa che si intravedono nelle prenotazioni alberghiere e al ristorante, il caro-bolletta, le incognite della guerra in Ucraina, e lo spauracchio delle assenze dell’ultimo minuto per contagio Covid, stanno riducendo gli acquisti nel carrello della spesa. Sugli scaffali i rincari riflettono gli aumenti dei prezzi all’ingrosso di ingredienti e pietanze tipiche della ricorrenza pasquale. Per l’agnello, il prezzo nel circuito del vivo, secondo Borsa merci telematica italiana sui dati delle Camere di commercio, registra un aumento medio del +23% rispetto alla settimana precedente la Pasqua 2021. Anche la farina di grano tenero, utilizzata per molte preparazioni, è in forte crescita, Ben più marcata la corsa dei prezzi all’ingrosso del burro, a seconda della tipologia tra il +70% e il +120%, complice la ridotta disponibilità di prodotto nel mercato. In rialzo, segnala ancora Bmti, anche i prezzi delle uova: quelle provenienti da allevamenti a terra questa settimana sono in vendita a 1,91 euro/kg (+47% rispetto a un anno fa),
Ma le uova hanno costi ancora alla portata, visto che, secondo stime Unaitalia, l’associazione che rappresenta la quasi totalità della produzione avicola made in Italy, saranno circa 350 milioni, per un valore di circa 105 milioni di euro, le uova consumate durante la Settimana Santa. Terminato il periodo di Quaresima sarà sardo e a marchio Igp la metà degli agnelli, – nel centro Italia sotto la voce abbacchio – portati a tavola dagli Italiani, secondo il Consorzio di tutela di Sardegna Igp che, per stima un fatturato record di 6,5 milioni di euro per questa filiera certificata.
Dal salame coratella fino alla pancetta e il rinomato culatello “anche quest’anno, nonostante il momento critico dei consumi dei salumi, Assica (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria) prevede un consumo in linea con gli altri anni di circa 10.500 tonnellate di salumi, tra salami, coppe e capocolli, prosciutti e pancette per un valore al consumo di circa 180 milioni di euro”. Su colombe e uova al cioccolato ci sono prezzi per tutte le tasche, ma per questi prodotti finiti, che non richiedono preparazioni in cucina, l’andamento delle vendite si profila a fine corsa.
Di certo la propensione la cioccolata italiana, esente dall’allerta salmonella legata al recente focolaio in Belgio. Nei ristorante, lamenta Fipe, “anche quest’anno, la piena ripresa è rimandata” , anche per la mancanza di turisti stranieri tradizionalmente più propensi a spendere cifre più importanti. Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, a mangiare al ristorante nella domenica di Pasqua saranno 5,7 milioni, il 10% in meno rispetto al 2019, l’anno pre Covid, I prezzi del menu di Pasqua risultano più o meno in linea con quelli di tre anni fa. Gettonattissimo il menu degustazione al prezzo medio di circa 55 euro, bevande incluse, per un fatturato complessivo di 317 milioni di euro.