“Documenti e narrazioni orali presentano una realta’ che contrasta nettamente con l’immagine attendista che taluno ha superficialmente ritenuto di attribuire al Mezzogiorno: gruppi di giovani combattenti, persone armate di ogni eta’, difendevano il territorio dalle distruzioni dei guastatori, gli uomini dalle razzie, le donne dalle violenze”. Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella parlando ad Acerra in occasione del 25 aprile. “I massacri furono un’opera di vendetta e di intimidazione verso la popolazione civile in tutta la zona, risultato della strategia della “terra bruciata” operata dai tedeschi con requisizioni di massa, saccheggi e distruzione del territorio, cui gli abitanti risposero con una diffusa resistenza; in queste aree, che furono teatro di alcuni dei momenti piu’ duri e sanguinosi della campagna d’Italia, dallo sbarco alleato ai nove mesi di battaglia a Cassino. Una resistenza – ha aggiunto il capo dello Stato – che si potrebbe definire ordinaria. Fu una difesa della vita e dei valori quotidiani e comunitari dalla prepotenza di una forza violenta che pretendeva, con crudelta’, di imporre obbedienza totale: in questo senso si possono leggere anche la difesa dei propri prodotti e dei propri animali fatta dai contadini, il rifiuto di consegnare le macchine e le altre risorse, l’aiuto ai soldati sbandati fatto in nome di una solidarieta’ che, contrapponendosi alle leggi della guerra, esprimeva un sentimento importante di vera e propria resistenza civile alla guerra. Agli occhi dell’esercito nazista la colpa dei cittadini di Acerra era quella di aver provato ad opporsi – con armi rudimentali, con le barricate, con la non collaborazione – al rastrellamento di uomini da mandare nei campi di lavoro, alla caccia agli ebrei, al saccheggio brutale, alla distruzione sistematica di case e di luoghi di lavoro”.
CRONACA
25 aprile 2022
Mattarella parla ad Acerra: «Resistenza anche al Sud, non ci fu attendismo»