Ci sarebbe anche la gestione delle opere pubbliche tra gli argomenti scottanti che hanno portato allo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’amministrazione comunale di San Giuseppe Vesuviano. La vicenda relativa al restyling di strade e scuole nel corso degli anni è stata passata al setaccio dagli ispettori che per mesi hanno messo le mani tra migliaia di documenti in municipio. Atti passati al setaccio alla luce dei tanti sospetti sollevati nel corso dei mesi precedenti, oggi finiti al centro del provvedimento che giovedì pomeriggio ha messo fine – in appena 20 minuti di discussione durante il consiglio dei ministri – all’amministrazione Catapano, da venerdì ufficialmente a casa dopo la nomina dei commissari straordinari. Ma quella degli appalti sospetti sarebbe soltanto una dei paletti su cui si è fondata la relazione per lo scioglimento presentata mesi fa dal prefetto ai funzionari del Ministero dell’Interno e utilizzata poi per adottare il provvedimento che ha riportato San Giuseppe Vesuviano indietro di quasi trent’anni. Lo stop alla politica per le ingerenze del clan non è cosa nuova in questo angolo di provincia spesso dimenticato dalle istituzioni. E’ la terza volta che il Comune viene sciolto perché le cosche sono state più forti dello Stato. Era già capitato nel 1993, è ricapitato nel 2009 e oggi nel 2022 il Consiglio dei Ministri è dovuto intervenire per sospendere l’attività amministrativa. Nell’attesa di poter conoscere tutti i dettagli di una corposa relazione sui sei mesi di controlli effettuati dalla commissione d’accesso – gli atti saranno pubblicati soltanto dopo la firma del decreto presidenziale – emergono i primi retroscena. Così la questione degli appalti, come altri argomenti contenuti nella relazione, sono stati punti chiave per l’arrivo dei commissari straordinari nel municipio di piazza Elena d’Aosta. Nel frattempo la politica si divide tra la condanna alla squadra di governo leghista e chi continua a difendere l’operato del primo cittadino Vincenzo Catapano. Proprio la fascia tricolore leghista ha annunciato, poche ore dopo aver ricevuto la notizia dello scioglimento per infiltrazioni mafiose, di stare già lavorando per la presentazione di un ricorso contro il provvedimento del consiglio dei ministri al tribunale amministrativo regionale (Tar Campania). Nel caos di corsi e ricorsi che da qui a breve sono destinati a innescare un braccio di ferro giudiziario, resta il dato allarmante di una provincia – quella napoletana – che in appena cento giorni ha visto tre amministrazioni cadere per la forte presenza dei clan nella pubblica amministrazione. Prima di San Giuseppe Vesuviano era toccato a Torre Annunziata e Castellammare.
CRONACA
12 giugno 2022
Scioglimento per infiltrazioni mafiose a San Giuseppe Vesuviano, appalti nel mirino degli ispettori