Scafati/Nocera. Due mesi di condanna a fronte dei due anni chiesti dalla Procura per il dentista finito a giudizio con l’accusa di avere causato danni permanenti a una paziente di Scafati.
E’ quanto deciso dal giudice monocratico Vincenzo D’Arco del Tribunale di Nocera Inferiore che ha stabilito anche il risarcimento del danno da stabilirsi in separata sede. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra una quindicina di giorni.
E’ arrivato così nella giornata di ieri e dopo sei anni il verdetto di primo grado per un professionista di uno studio dentistico del comune capofila dell’Agro nocerino. Un lungo iter processuale che ha portato anche alcuni medici a deporre in aula per quell’intervento subito dalla cinquantasettenne di Scafati che denunciò agli inquirenti il danno subito. In una delle ultime udienze proprio alcuni medici avevano affermato che «quei danni erano permanenti a causa di un intervento sbagliato alla bocca».
Era stato citato l’odontoiatra dell’ospedale Umberto I il quale aveva visitato la donna dopo pochi giorni dell’intervento di implantologia ed aveva riscontrato che la vite dell’impianto aveva intaccato un nervo confermando quanto da lui scritto nei referti precedenti.
L’altro odontoiatra aveva invece riferito di aver visitato la signora più volte e che ha poi proceduto alla rimozione dell’impianto in quanto ormai l’intera area si era infiammata.
I fatti risalgono ai primi mesi del 2016, quando durante un intervento di implantologia dentaria eseguito sulla paziente di Scafati i due (di cui uno è uscito dal processo con una condanna) avrebbero causato alla donna una «perdita della lamina dura ossea pluriframmentaria e rapporto di contiguità nella posizione apicale con il canale alveolare inferiore». La paziente, assistita da Raffaele Attanasio di Pompei, restò in uno stato di intorpidimento – secondo la prima perizia – e perse sensibilità alla parte inferiore destra del viso. Una condizione che le durò oltre quaranta giorni.
Ieri la sentenza da parte del giudice monocratico D’Arco che ha stabilito due mesi di condanna (con pena sospesa) e il risarcimento del danno da stabilire in separata sede a fronte di una richiesta di due anni presentata dal pm Giancarla D’Urso.