Napoli. Una nuova polemica si abbatte sulla scuola italiane e sulle difficoltà di quella campana in particolare. A cui mancano circa 4mila docenti e interventi su infrastrutture e servizi.
“Costruire una società nuova che abbia al centro la conoscenza, la formazione, la scuola” è secondo il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, l’obiettivo primario di chi vuole essere protagonista dello sviluppo dell’area metropolitana partenopea. “Il record negativo della nostra regione in tema di evasione e dispersione scolastica – ha detto Ricci intervenendo all’iniziativa “Una scuola che si prende cura del futuro” promossa dalla Flc Cgil – pone a noi sindacati, ai soggetti politici, alle istituzioni la necessità di ragionare su quali possono essere le azioni da compiere, visto che ci sono tante risorse e tanti progetti da utilizzare”. Il tema fondamentale è per il segretario generale, la necessità di stabilizzare i precari.
“In questo settore – ha aggiunto Ricci – ci sono bandi di progettazione, in molti casi prorogati più volte, ai quali hanno aderito almeno la metà dei Comuni della Campania. Quindi bisogna puntare non solo alla creazione di nuovi istituti scolastici che ovviamente è un obiettivo importante, ma anche all’assunzione in Campania di almeno 4mila nuovi addetti, stabilizzando prima i precari”.
Sul tema il segretario generale del settore, ieri a Napoli, ha parlato della necessità di un confronto col Governo.
“Abbiamo fatto uno sciopero il 30 maggio e questo dimostra evidentemente che il nostro dialogo con il Governo non c’è. E’ uscito il decreto che distribuisce le risorse per intervenire sulla dispersione e abbandono, ma non è stato oggetto di alcun confronto” spiega Francesco Sinopoli, segretario generale della FLC CGIL.
“Ma al di là del confronto – ha detto Sinopoli – è evidente qual è il problema di merito e allora o si torna ad investire sulla scuola pubblica o questo paese non ha futuro. Lo abbiamo detto il 30 maggio con lo sciopero che era sicu- ramente per avversare il decreto con il nuovo sistema di reclutamento e questa nuova composizione che si propone per gli insegnanti. Ma lo ribadiremo in vista della legge di bilancio, perché è lì che si decidono le politiche di un Paese. Si sta sbagliando, questo governo sta sbagliando, è tornato a risparmiare sull’istruzione, lo aveva fatto notare anche il nostro ultimo premio Nobel. Non basta il Pnrr ma serve il bilancio dello stato che si sta ritirando dalla scuola e mi sembra anche da altri capitoli fondamentali come la sanità. Questo è quello che leggiamo e non dobbiamo essere esperti di politiche pubbliche o sindacalisti di settore, basta leggere i giornali”. Sulla dispersione e abbandono scolastico in particolare nelle periferie delle città e di Napoli e dei comuni della provincia in particolare, Sinopoli ha affermato: “questa è una tragedia che riguarda il Paese. C’è bisogno di investire sul tempo scuola, di ripensare alla scuola pubblica perché in molti casi non è adeguata, ma certamente quello di cui non abbiamo bisogno è ridurre le risorse per la scuola, vale per Napoli e per tutte le aree che hanno una condizione di difficoltà e grave ritardo. Il tempo della scuola è centrale, lo abbiamo sempre detto, serve pensarlo in base ai contesti e certamente ha un ruolo importante anche il terzo settore che però non sostituisce la scuola pubblica. Aggiungo un rischio: l’autonomia differenziata non farà un favore ai territori del Mezzogiorno, perché quando mancheranno i soldi degli organici, alcuni territori se li pagheranno da soli, altri non potranno. Stiamo evidenziando che c’è un emergenza a cui si risponde con tutti gli strumenti possibili: il Pnrr è un’occasione ma non può diventare un boomerang” le parole del segretario.