Torre del Greco. La corsa al riparto-record legato alla transazione con Bank of Valletta registra un’imprevista battuta d’arresto e i truffati della Deiulemar compagnia di navigazione scrivono al presidente della sezione fallimentare del tribunale di Torre Annunziata e al giudice delegato al «grande crac» all’ombra del Vesuvio per accelerare le «operazioni burocratiche» relative al quinto ristoro per gli ex obbligazionisti del colosso economico di via Tironi.
«Aspettiamo questi soldi per lenire le ferite provocate da un calvario lungo 10 anni», il senso dell’appello lanciato dall’esercito di risparmiatori a Francesco Abete e Amleto Pisapia.
Un’iniziativa promossa a distanza di due settimane dal deposito in cancelleria del piano di riparto messo nero su bianco dalla curatela della Deiulemar compagnia di navigazione: sembrava l’ultimo step per mettere le mani sul tesoretto arrivato – al termine di un lungo tira & molla con i vertici di Bov – da Malta, ma il «meccanismo del fallimento» si è improvvisamente inceppato.
Gettando nello sconforto il popolo di 13.000 truffati in lotta dal 2012 per recuperare il maltolto dagli armatori-vampiri: «Siamo un gruppo di obbligazionisti truffati dalla Deiulemar compagnia di navigazione – l’appello dei risparmiatori – e rivolgiamo un accorato appello al tribunale di Torre Annunziata affinchè venga depositato in cancelleria il piano di riparto operato dalla curatela Dcn circa 15 giorni fa». Un passaggio fondamentale per renderle esecutivo il ristoro entro la fine dell’estate e comunicare ai truffati l’esatta percentuale del riparto. «Siamo 13.000 vittime – concludono i truffati – e aspettiamo questo sospirato ristoro per lenire i guai procurati da un fallimento pilotato che ha gettato sul lastrico l’intera città di Torre del Greco e i paesi della zona vesuviana, sorrentina e Flegrea».
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