Roma. Arrivano dagli ospedali segnali incoraggianti di una possibile inversione di rotta della curva dei ricoveri per Covid-19 nei reparti ordinari e di quella nelle terapie intensive.
I dati, della Fondazione Gimbe, indicano infatti che calano i ricoveri, anche in terapia intensiva, e anche che continua la discesa del numero di contagi.
Tuttavia l’Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) indica che restano 8 le regioni con l’occupazione di posti nei reparti di area non critica oltre il 20% (il dato nazionale è stabile al 17%, oltre la soglia di allerta che è del 15%) e che l’occupazione nelle terapie intensive è ferma al 4% (la soglia di allerta è del 10%).
Intanto i dati relativi alle ultime 24 ore indicano che i contagiati sono stati 23.699 (un dato che risente del conteggio, più basso, domenicale), ma le vittime sono in aumento, 104 (6 frutto di riconteggi) rispetto alle 77 di ieri.
Di “primi segnali di miglioramento della curva dei ricoveri, delle terapie intensive e dei contagi” parla il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, che in due tweet fa sapere che il 23 luglio si sono registrati 10.925 ricoveri con sintomi (il picco il 20 luglio con 11.037) e 405 terapie intensive (417 il massimo il 18 luglio).
“Riguardo ai contagi – ha detto Cartabellotta all’ANSA – la media mobile, che tiene conto dell’andamento nei precedenti 6 giorni e che in questa quinta ondata ha raggiunto il suo punto più alto il 14 luglio con quasi 90mila casi, è stata il 22 luglio di circa 73.500 unità”.
I contagi sono in continua decrescita di circa il 20% a settimana secondo Cesare Cislaghi, già presidente della Società italiana di epidemiologia.
L’esperto sottolinea all’ANSA che “per il momento la curva di discesa è simmetrica a quella con cui i casi erano saliti” e, in base all’Rdt, a 0,78, “la decrescita da una settimana all’altra è pari a circa a un quinto”.
Dati incoraggianti, anche se l’Agenas ricorda che restano 8 le regioni in cui il valore supera il 20% di occupazione dei reparti di area non critica: Umbria (42%), Valle d’Aosta (42%), Calabria (33%), Basilicata (28%), Sicilia (28%), Liguria (28%), Friuli Venezia Giulia (23%), Marche (21%).
La percentuale, inoltre, cresce in 5 regioni: Basilicata (28%), Friuli Venezia Giulia (23%), Liguria (28%), Pa Trento (18%). Quanto all’occupazione dei posti nelle terapie intensive da parte di pazienti con Covid-19 aumenta in 4 regioni: Abruzzo (al 5%), Calabria (8%), Friuli Venezia Giulia (4%) e Toscana (5%). Che il Covid-19 continui ad avere un impatto molto forte sulla popolazione, non solo a livello di contagi, ma anche di ricoveri ospedalieri e decessi, è il risultato di uno studio di ASST Santi Paolo e Carlo e Università degli Studi di Milano, che ha preso in considerazione gli accessi al pronto soccorso degli ospedali San Paolo e San Carlo dal 12 al 19 luglio, i giorni del picco dell’ondata Omicron 4/5.
Secondo l’indagine, tra i positivi circa il 20% dei ricoveri sono di pazienti positivi al tampone asintomatici, mentre l’80% è in ospedale per patologie correlate al Covid.
I dati del ministero della Salute, intanto, indicano che sono 23.699 i nuovi contagi da Covid registrati nelle ultime 24 ore. Ieri i contagiati erano stati 51.208. Le vittime sono 104 in aumento rispetto alle 77 di ieri.
Il tasso è al 19,3 %, in lieve calo rispetto a ieri quando era al 19,5%. Sono stati eseguiti in tutto, tra antigenici e molecolari, 122.550 tamponi. Sono invece 426 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, mentre gli ingressi giornalieri sono 43. I ricoverati nei reparti ordinari sono invece 11.081, 156 in più rispetto a ieri.