Una crescita diseguale tra prezzi e retribuzione dei lavoratori. E’ quella che rileva l’Istat nel primo semestre del 2022.
Il divario tra la dinamica delle variazioni dei prezzi e quella delle variazioni delle retribuzioni contrattuali, nella media dei primi sei mesi dell’anno, arriva a quasi sei punti percentuali. L’Istituto sottolinea che la retribuzione oraria media nel periodo gennaio-giugno 2022 è cresciuta dello 0,8% rispetto allo stesso periodo del 2021 e che l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie a giugno 2022 segna un aumento congiunturale dello 0,3% e dell’1,0% rispetto a un anno fa.
“Complessivamente”, spiega in una nota, “la dinamica retributiva risulta moderata seppur in aumento rispetto al periodo precedente”. I settori che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono quelli dei ministeri (+4,4%), dell’agricoltura (+4,1%), delle farmacie private (+3,9%) e dell’edilizia (+3,3%). L’incremento è invece nullo per il commercio e per il credito e assicurazioni.
Per gli italiani. però, è sempre più difficile stare al passo con l’aumento del costo della vita. Sempre l’Istat rileva che la fiducia dei consumatori a luglio 2022 è crollata ai minimi da maggio 2020.
Sono in calo tutte le componenti dell’indice di fiducia dei consumatori. In particolare, il clima economico e quello futuro registrano le diminuzioni più marcate scendendo, rispettivamente, da 93,9 a 84,9 e da 98,8 a 92,9; il clima personale e quello corrente flettono in misura più contenuta passando, il primo da 99,8 a 98,1 e il secondo da 97,9 a 96,1.In discesa anche l’indice del clima di fiducia delle imprese.
“La caduta del clima di fiducia di famiglie ed imprese non si arresta neanche a luglio. La perdita di potere d’acquisto delle famiglie, soprattutto per i redditi medi e bassi, è ormai percepita concretamente e le aspettative di inflazione si stanno consolidando. Uno scenario che inevitabilmente inciderà sulla spesa, mettendo a rischio, nel secondo trimestre dell’anno, 3 miliardi di euro di consumi delle famiglie”. Così Confesercenti, commentando l’indice di fiducia Istat relativo a luglio. “Lo scenario è incerto anche sul fronte delle imprese, a parte le costruzioni la cui produzione è ancora trainata dal bonus del 110: sia la manifattura che i servizi di mercato segnalano forti preoccupazioni sul futuro prossimo delle rispettive attività. Il turismo, in particolare, è nuovamente sotto scacco con il caos dei voli aerei che, se si dovesse prolungare fino ad agosto, farebbe perdere 1,2 milioni di passeggeri e 800 milioni di fatturato – prosegue la nota -. Passate le tradizionali pause ferragostane, quest’anno più arroventate del solito, dovremo prendere atto di una condizione che dal punto di vista economico risulterà decisamente deteriorata sia per le famiglie che per le imprese. In particolare, inflazione e incertezza stanno rimandando a data da destinarsi la ripresa dei consumi interni, da cui dipende la maggior parte del nostro pil: a fine 2022 saremo ancora 36 miliardi di euro sotto i livelli pre-pandemia. Una situazione critica e certo un governo limitato nell’azione non aiuta ad aumentare il clima di fiducia” dichiara il presidente di Confesercenti.