Sono stati almeno cinque i colpi esplosi ieri sera in strada ad Acerra, tre dei quali hanno ferito due diciassettenni del posto, un ragazzo ed una ragazza, ricoverati in ospedale in condizioni non gravi. A sparare, secondo le prime ricostruzioni fatte dalla Polizia di Stato che indaga sull’accaduto, sarebbe stato un giovane a bordo di uno scooter, con un’altra persona alla guida. I colpi hanno raggiunto un gruppetto di ragazzi fermi a chiacchierare in via Alfonso d’Aragona, in località Spiniello, zona residenziale di Acerra. I due minori raggiunti dai proiettili, il ragazzo ad un polpaccio, e la ragazza all’inguine ed al piede sinistro, sono incensurati, ed ancora non è chiaro se fossero il reale bersaglio dei malviventi. Si era ipotizzata anche una ‘stesa’ – colpi esplosi in modo indiscriminato da elementi della criminalità locale per ribadire il proprio predominio sul territorio – ma il fatto che l’episodio sia avvenuto in un quartiere residenziale non rende prioritaria questa pista. In zona sono installate alcune telecamere di videosorveglianza le cui immagini, a quanto si apprende, sarebbero al vaglio degli inquirenti nel tentativo di individuare gli autori della sparatoria. I feriti, così come gli altri ragazzi del gruppetto, sostengono di non aver riconosciuto gli aggressori e di non sapersi spiegare i motivi del raid, avvenuto intorno alle 23.20. Le indagini, per ora, sono a tutto campo e il primo obiettivo è di capire se i due minorenni siano stati feriti per errore o in modo deliberato. Quello di Acerra è l’ennesimo episodio criminale che negli ultimi mesi, tra Napoli e provincia, coinvolge giovanissimi. Rapine, pestaggi, risse, aggressioni brutali come quella contro la 12enne sfregiata al volto dall’ex fidanzato di 16 anni: l’età delle vittime e quella degli aggressori si riduce sempre più, alimentando la preoccupazione sociale. Il comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico si è riunito più volte su questo tema, e nei confronti tra istituzioni e forze dell’ordine era emersa persino l’idea di responsabilizzare le famiglie, escludendo da alcuni benefici sociali – come il reddito di cittadinanza – i genitori nel caso di inadempienza dei figli all’obbligo scolastico. Proposta che non ha avuto seguito, contrariamente a quella lanciata dall’arcivescovo di Napoli Mimmo Battaglia: un patto educativo – firmato a maggio in città con i ministri Bianchi e Lamorgese – che stanzia 40 milioni per aumentare il numero delle scuole aperte anche di pomeriggio, coinvolgendo Chiesa e terzo settore nelle iniziative per i ragazzi a rischio.
CRONACA
1 agosto 2022
Sparatoria nel Napoletano, feriti due ragazzi. Non è chiaro quale fosse il bersaglio del raid