Napoli. Da un lato la propaganda della Regione Campania che parla di “sanità di eccellenza”, di strutture all’avanguardia e di poli specialistici da realizzare in tempi brevi. Dall’altra la realtà: fatta di strutture sull’orlo del collasso, ospedali senza medici, pronti soccorso chiusi e servizi di emergenza, come il 118, in perenne affanno.
Il caso Castellammare.
Il caso più clamoroso resta quello dell’ospedale San Leonardo che, nel mese di agosto, sta vivendo giorni terribili. Il pronto soccorso è al collasso. Mancano medici e infermieri e i pazienti protestano per la lunghezza dei tempi nelle prestazioni. Una settimana fa la mamma di un ragazzino che doveva essere curato per una ferita ha raccontato, sui social, di aver atteso circa dieci ora prima che suo figlio potesse essere visto da un medico. Gli stessi dottori, sono sull’orlo di un tracollo fisico e psicologico: ore e ore di turno al pronto soccorso che, raccoglie tutti i comuni del comprensorio. Difficoltà nell’organizzazione dei riposi, dei turni ferie. Qualche giorno fa la direzione sanitaria dell’ospedale aveva trovato una soluzione che, però, ha finito per innescare una nuova polemica. I medici dei reparti, infatti, sono stati destinatari di un ordine di servizio nel quale si chiedeva di coprire anche i turni del pronto soccorso. Con la conseguenza, sciagurata, che i reparti di notte venivano lasciati senza presidio medico. Da lì la rivolta dei chirurghi che hanno anche pensato a un’azione di protesta molto forte. Come quella di chiedere insieme il trasferimento. Una patata bollente già finita sulla scrivania del neo direttore generale dell’Asl Napoli 3 Sud, Peppe Russo, che in queste settimane dovrà risolvere diverse situazioni difficili.
L’emergenza scoperta.
Un altro nodo è rappresentato dalla situazione della Penisola Sorrentina dove, spesso, accade che le ambulanze del 118 vengano dirottate su altre zone. Lasciando, di fatto, scoperti i comuni costieri nei quali d’estate la popolazione anche grazie alla presenza di turisti aumenta considerevolmente con tutti i rischi per la gestione della sicurezza.
Il caso Vico Equense.
Nei giorni scorsi l’opposizione ha lanciato il guanto di sfida al governatore De Luca per la riapertura del pronto soccorso. Sei i firmatari della richiesta inoltrata al presidente dell’assise Andrea Buonocore – e per conoscenza al Prefetto di Napoli Claudio Palomba – per la convocazione di un consiglio comunale ad hoc per rimettere in funzione il reparto di frontiera dell’ospedale “De Luca e Rossano”. Sono trascorsi quasi due anni dal 21 ottobre 2020, il giorno in cui la Regione Campania scelse di chiudere le porte del pronto soccorso, destinando gli operatori sanitari verso i Covid Center per fronteggiare la fase emergenziale della pandemia Covid-19. Una decisione temporanea, assicurarono all’epoca. Ma ad oggi non si intravedono ancora sbocchi per l’ospedale vicano, al punto che nelle ultime settimane si sono mobilitati comitati civici e organizzazioni sindacali per provare a mettere pressione su Palazzo Santa Lucia, rimarcando le difficoltà connesse all’assenza di adeguati livelli di assistenza sanitaria sul territorio.
La situazione a Sarno.
Anche Sarno, col suo ospedale Martiri di Villa Malta, vive giorni difficili. Mancano medici e la politica litiga per cercare di risolvere il problema. Tanti gli attacchi ricevuti in questi giorni dal sindaco Canfora, accusato di non aver mosso un dito per la soluzione della questione sanitaria sul territorio, legata al potenziamento del nosocomio di Sarno.