Torre del Greco. C’è chi ha scelto le spiagge dorate della Puglia e chi si è rifugiato nel «caro» Cilento o a Paestum per due mesi. Qualcuno, poi, si è regalato una crociera nel Mediterraneo o un viaggio in una capitale europea. Sono le vacanze d’oro della casta del Comune, pagate (in parte) con i soldi pubblici dei gettoni.
Prima di partire per le ferie, infatti, i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione di sono visti accreditare lo «stipendio» del mese di luglio: 23.479 euro la spesa complessiva dell’ente di largo Plebiscito per i «lavori» portati avanti dai politici di palazzo Baronale.
In media circa mille euro a testa, ma – presenze alla mano – gli stacanovisti delle commissioni sono costati 1.300 euro, mentre i «fantasmi» del municipio (Valerio Ciavolino e Luisa Liguoro per l’opposizione, Carmela Iacomino per la maggioranza) si sono accontentati di qualche spicciolo.
A pesare sul bilancio di luglio i «soliti noti» della maggioranza: il pastorello Michele Langella – rimasto, a dispetto del bonus-vacanze del Comune, all’ombra del Vesuvio per presenziare a tutti gli eventi della rassegna estiva organizzata dall’amministrazione comunale – la pasionaria Carmela Pomposo e il politico-ultrà Pasquale Brancaccio.
Non a caso, tre dei sostenitori dello stop alla mozione per il taglio delle spese per la casta promossa da 10 esponenti dell’opposizione a marzo del 2021 e lasciata «a dormire» per 16 mesi dal presidente del consiglio comunale Gaetano Frulio. In occasione dell’ultima seduta dell’assise prima della pausa estiva, l’argomento era stato (finalmente) messo al primo posto dell’ordine del giorno del parlamentino cittadino.
Ma la maggioranza guidata dal sindaco Giovanni Palomba, dietro proposta del delegato al welfare Antonio D’Ambrosio, scelse di «aggirare» l’ostacolo e di passare avanti. D’altronde, le ferie (d’oro) sono sacre.
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