Ercolano. Ironia della politica, oggi si (ri)trovano alleati – uno con Matteo Renzi, l’altro con Carlo Calenda – all’interno del Terzo Polo in marcia su Roma. Nessuno dei due – a dispetto delle avances dei rispettivi vertici di Italia Viva e Azione – in campo come candidato, ma entrambi in prima linea per promuovere l’accordo elettorale per le poltrone in parlamento.
Eppure, a livello locale, il sindaco Ciro Buonajuto e il suo ex segretario cittadino – all’epoca del «comune amore» per il Pd – Piero Sabbarese restano su versanti opposti e contrastanti.
Con l’esponente dell’opposizione in consiglio comunale – asfaltato con la sua candidata a sindaco Colomba Formisano alle elezioni del 2020 – pronto a rinfacciare allo storico pupillo dell’ex premier Matteo Renzi i due anni di immobilismo all’ombra del Vesuvio.
Due anni passati a cullare il sogno di una candidatura al parlamento, con il vice Luigi Luciani già pronto a correre per ereditare la fascia tricolore della città degli Scavi. «Per due anni l’amministrazione comunale è rimasta bloccata sull’ipotetica candidatura di Ciro Buonajuto al parlamento – l’affondo social di Piero Sabbarese – mentre Luigi Luciani già faceva campagna elettorale per la propria candidatura a sindaco. Su questo punto le persone dovrebbero ragionare perché Ercolano non dovrebbe e non deve essere il trampolino di lancio per una scalata al potere».
Perché in due anni, secondo l’esponente dell’opposizione di corso Resina, sono rimasti irrisolti tutti i principali problemi della città degli Scavi. Elencati in dieci punti, vere e proprie spine nel fianco dell’attuale squadra di governo cittadino: si parte dal debito di 36 milioni per arrivare all’evasione scolastica, passando per le criticità Nu, l’emergenza sicurezza, la questione dell’area mercato adiacente al Mav, le carenze di personale in municipio, il caso bonifiche, le criticità di corso Italia, la questione-esternalizzazioni e il tema delle barriere architettoniche.
«Se il sindaco vuole davvero recuperare – argomenta l’alleato elettorale per le politiche – vedo solo una strada: azzerare la giunta, convocare i gruppi politici e ristabilire le priorità. E’ necessario chiedere ai partiti nuove professionalità per sostituire gli assessori da sostituire, ovviamente ridistribuendo le deleghe in base alle priorità. Diversamente la politica non è seria, ma diventa un “circo” indecoroso». Un po’ come quello messo in piedi, a livello nazionale, dai rispettivi leader dei due alleati-nemici all’ombra del Vesuvio.
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