POMIGLIANO D’ARCO – E’ una tempesta quella uscita dai seggi e che si è abbattuta su Pomigliano d’Arco, i cui cittadini hanno bocciato l’enfant prodige Luigi Di Maio e riconsegnato il comune al Movimento 5 Stelle. Un cielo plumbeo quello che anche oggi ha avvolto la città delle fabbriche, dove gli amici storici dell’ormai prossimo ex ministro degli Esteri, hanno scelto il silenzio. Pochi quelli che decidono di dare voce in pubblico alla delusione. Come Paolo Picone, giornalista e scrittore, autore di due biografie “non autorizzate” su Di Maio, che parla di “errori fatti”, ma anche di una futura ripresa. “Luigi saprà come rialzarsi – ha detto – e risalire la china. Secondo me ci sono diverse concause sui pochi voti ottenuti da Impegno civico in città: c’è chi ha creduto sempre nel M5S e si è sentito ingiustamente tradito.
C’è chi non gli perdona di aver avuto successo. Inoltre molti hanno votato M5S per il reddito di cittadinanza. Ma forse l’errore è stato quello di non essere venuto a confrontarsi direttamente nel suo collegio”. Don Peppino Gambardella, padre spirituale di Di Maio, che nei mesi scorsi non aveva condiviso la scelta di fondare un nuovo partito, lo invita ora a “crearsi una nuova strada, come ha fatto tanti anni fa”. “Voglio far sentire a Luigi la mia vicinanza – ha affermato – e dirgli che la vita non finisce con una delusione. Comprendo il suo momento difficile, forse anche doloroso. Ma lo invito ad avere sempre la speranza, e a non dare ascolto a chi lo denigra e a chi ora gli volta le spalle. Vada avanti e ricominci il suo cammino”.
Non manca chi invece ritiene che l’esperienza di Di Maio si sia “conclusa nel peggiore dei modi, ottenendo solo il disprezzo di tanti”. “Fino al 2018 ero iscritto sulla piattaforma Rousseau – spiega Francesco Cristiani, avvocato pomiglianese ex attivista del M5S – poi ho capito che il movimento era alla deriva, che c’era un distacco con i problemi reali. Di Maio ed i suoi hanno perso il contatto con il territorio. Ora segua il consiglio di Di Battista, e riprenda gli studi”. Il riferimento è alla stilettata dell’ex grillino Alessandro Di Battista, che commentando la performance di Di Maio con Impegno civico lo ha invitato a “tenersi fuori dal mondo della politica, di non fare chissà quali disamine del voto, di studiare, di prendersi una laurea, perché c’è vita anche fuori dai palazzi”. “Mi dispiace anche un po’ per lui, ma chi è causa del suo mal pianga se stesso – ha detto Di Battista – ha allontanato persone che gli volevano bene in maniera disinteressata”.
Chi invece continua ad essere grato a Di Maio è l’ex ministro Sergio Costa, che lo ha battuto sonoramente all’uninominale. “Ci lega un rapporto importante – dice – e gli sarò sempre grato per avermi scelto e voluto come ministro nel 2018. La scorsa notte, quando i risultati erano ormai consolidati, ci siamo scritti e si è congratulato con me. Politicamente, però, abbiamo scelto due strade diverse”.