Torre del Greco. Per quattro anni sono stati fianco al fianco, uniti dallo stesso progetto politico e dalla volontà di rilanciare la quarta città della Campania. Poi – durante la primavera del 2022 – lo strappo e l’addio, provocato dalla «deriva utilitaristica» del M5S.
Una scelta di cui, complici le «strategie politiche» promosse dai grillini all’ombra del Vesuvio, l’ex consigliere comunale Vincenzo Salerno non si è pentito. Anzi. Davanti all’ultima scelta dei pentastellati – reduci da un disastroso risultato elettorale, ma «premiati» dal neo-sindaco Luigi Mennella con un assessorato alla transizione ecologica, beni comuni e partecipazione decoro e arredo urbano – l’ex grillino non risparmia, attraverso i social, la prima stoccata a Luigi Gallo & company: «Adesso? No, il 27», il provocatorio – chiaro il riferimento allo slogan elettorale di Luigi Mennella – incipit della riflessione politica di Vincenzo Salerno.
«L’assessore o in alternativa il consigliere comunale Mirko Gallo o suo fratello, il capo politico cittadino, possono spiegare cosa significano in concreto le deleghe assegnate al M5S? – la richiesta dell’ex consigliere comunale -. Leggo e rileggo il bilancio comunale e l’organigramma, ma non ritrovo risorse economiche dedicate né un ufficio comunale preposto. Ho la sensazione che laddove in origine si attaccavano gli sprechi, quest’assessorato costerà alla collettività 3.000 euro e spiccioli al mese per il nulla e per molto tempo».
Non solo: «Poi siamo costretti a vedere in capo a una sola figura due settori cruciali e impegnativi come pubblica istruzione e politiche sociali – prosegue Vincenzo Salerno – L’ex presidente della commissione parlamentare all’istruzione non ha aiutato il sindaco nell’individuare una figura tecnica idonea? Il fratello e l’amica saranno le scelte giuste? Perché a girare i pollici e aspettare il 27 del mese sono bravi tutti».
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