Bombe sotto i Faraglioni per estrarre i datteri: 10 condanne
CRONACA
28 settembre 2023

Bombe sotto i Faraglioni per estrarre i datteri: 10 condanne

46 anni di carcere per 10 datterai
metropolisweb

Hanno devastato i fondali dell’intera costa napoletana, arrivando a piazzare cariche esplosive sotto i Faraglioni di Capri. Un’azione violenta messa a segno solamente per estrarre i datteri di mare e alimentare il mercato nero per il prezioso mitile. A distanza di due anni e mezzo dal blitz che portò all’arresto di 19 persone è arrivata anche la sentenza di primo grado per le bande di Napoli e Castellammare di Stabia che gestivano il business. Dieci le persone condannate, per un totale di 46 anni di carcere. Le pene più pesanti sono state inflitte ai napoletani: Pasquale Amato, (classe 1964), che deve scontare 6 anni e 5 mesi di reclusione; Pasquale Amato (1965), 6 anni; Vincenzo Amato (1970), 6 anni; Mario Amato, 4 anni; Vincenzo Amato (1990), 4 anni; Vincenzo Amato (1998), 4 anni.     Per quanto riguarda il gruppo stabiese hanno incassato una condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione a testa Elpidio e Giuseppe Viola, mentre a Catello Viola e Luciano Donnarumma sono stati inflitti 3 anni e 8 mesi a testa. Gli stabiesi – tutti difesi dall’avvocato Raffaele Attanasio di Pompei – hanno incassato condanne decisamente più miti rispetto a quanto richiesto dalla Procura di Napoli che voleva pene di 11 anni e 8 mesi per Elpidio Viola, 9 anni e 8 mesi per Giuseppe Viola, 5 anni e 4 mesi per Catello Viola e 5 anni e 2 mesi per Luciano Donnarumma. Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Napoli, le operazioni di martellamento della roccia per estrarre i datteri, sarebbero andate avanti quasi giornalmente per oltre 20 anni e avrebbero danneggiato irrimediabilmente anche il delicato ecosistema sottomarino, permettendo ai responsabili di fare profitti enormi. Si calcola che nei soli due mesi di lockdown (marzo-maggio 2020) sarebbero stati raccolti 8 quintali di molluschi venduti a prezzi tra i 100 e i 200 euro al chilo al mercato nero. Centinaia le transazioni di datteri accertate dagli inquirenti nel periodo in cui è durata l’indagine (maggio 2018-maggio 2020); solo Pasquale Amato avrebbe movimento in pochi mesi due quintali di datteri. Sono tredici parti le offese che dovranno essere risarcite, tra cui il Ministero per la Transizione Ecologica, i Comuni di Napoli e Capri, l’Inps, la Regione Campania, associazioni ambientaliste come il Wwf, Legambiente e L’Altritalia Ambiente. Si tratta del primo grande processo che si conclude con una sentenza nei confronti dei datterai che da decenni fanno affari illeciti nella provincia di Napoli, anche con la complicità di clienti vip, ristoratori e titolari di pescherie pronti a collaborare per la vendita del prezioso mollusco. Un affare enorme che è finito sotto la lente anche della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, che attraverso l’attività investigativa svolta dalla guardia costiera di Castellammare è riuscita ad aggiudicare alla giustizia i datterai che – secondo gli esperti – avrebbero distrutto un tratto di costa che va dal litorale stabiese fino alla penisola sorrentina.