La protesta dei trattori infiamma la Campania: «Siamo sul lastrico»
CRONACA
4 febbraio 2024

La protesta dei trattori infiamma la Campania: «Siamo sul lastrico»

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Sono partiti da Casal di Principe, con una trentina di trattori, gli agricoltori casertani che protestano, così come sta avvenendo in tutta Italia e nel resto d’Europa, per la crisi del comparto agricolo ritenuta ormai insopportabile per le politiche degli ultimi decenni e per la concorrenza considerata sleale e dannosa di prodotti importati da Paesi extra Ue. Ad organizzare la marcia dei trattori, che arriverà al cimitero di Santa Maria Capua Vetere, a poche centinaia di metri dal casello autostradale dell’A1, l’associazione Altragricoltura Campania Nord, che da due anni anima la protesta degli allevatori bufalini contro il piano della Regione Campania di eradicazione della brucellosi nell’area casertana. Con la marcia di oggi, gli agricoltori vogliono tenere alta l’attenzione su una crisi internazionale che ha radici e cause profonde in Italia, “grande Paese – dice Gianni Fabbris di Altragricoltura -dalla tradizione contadina e con un enorme patrimonio agroalimentare fondato sul lavoro della terra e nel mare e sulla grande diversità dei suo sistemi culturali e ambientali”. “Il rischio forte – aggiunge – è che l’Italia possa trasformarsi in una piattaforma commerciale speculativa in cui il Made in Italy diventa l’occasione di business per la speculazione finanziaria. Ora tutti i nodi vengono al pettine e cadono gli alibi. Gli agricoltori, tra cui tantissimi giovani che rivendicano il diritto al futuro, scendono in strada semplicemente perchè non hanno alternative”. Anche due giorni fa c’è stata una marcia di trattori che da Teano hanno raggiunto Capua, percorrendo la statale Appia. Sono circa duecento i trattori in marcia da Benevento verso la Valle Telesina, cuore della viticoltura sannita, lungo la SS 372 “Telesina”, che collega il Tirreno con l’Adriatico. Il corteo dei mezzi, che cresce lungo il percorso, è partito dalla Rotonda dei Pentri del capoluogo sannita, da quattro giorni sede del presidio dei manifestanti, per dirigersi, dopo aver percorso circa 40 chilometri, a Telese Terme dove – in base al piano concordato con la Questura di Benevento – i trattori sono usciti per poi rientrare e percorrere la strada a ritroso per raggiungere nuovamente Benevento. Non sono stati segnalati incidenti mentre si registrano disagi alla circolazione stradale per la quale sono stati previsti percorsi alternativi. Contrariamente a quanto si possa immaginare, nonostante i disagi per gli automobilisti, i manifestanti stanno trovando la solidarietà e la comprensione per gli agricoltori impegnati “in una battaglia che non è solo del mondo agricolo ma di tutti gli italiani”, come sostengono alcuni anziani che hanno voluto assistere alla parata di trattori. La protesta nasce anche dal fatto che, intanto, volano i prezzi del cibo per la spesa delle famiglie ma ai contadini i prodotti agricoli vengono pagati il 10,4% in meno rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base alle quotazioni dell’indice Fao nel gennaio 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente che evidenzia cali nei campi a livello globale che vanno dal -18% per il latte alla stalla al -19% per i cereali nei campi. Se i compensi pagati ai contadini sono crollati a gennaio – denuncia la Coldiretti – sono cresciuti i prezzi di vendita dei beni alimentari su valori che vanno dal +5,7% per l’Area Euro al +5,9% per l’Italia. Un andamento che – sottolinea la Coldiretti – ha portato al contenimento dei consumi alimentari con gli italiani che spendono di più per mangiare di meno, mentre i produttori agricoli non riescono neanche a coprire i costi di produzione. Le anomalie lungo la filiera sono evidenti in Italia, dal grano al pane – sottolinea la Coldiretti – il prezzo aumenta fino a venti volte tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per ottenere un chilo di prodotto finito, con una forbice che non è mai stata così ampia. Un chilo di grano che viene pagato oggi agli agricoltori attorno ai 24 centesimi serve per fare un chilo di pane che viene venduto ai consumatori a prezzi che variano dai 3 ai 5 euro a seconda delle città. E le anomalie – continua la Coldiretti – sono evidenti anche nei prodotti freschi come l’ortofrutta in cui il prezzo aumenta da tre a cinque volte dai campi agli scaffali, nonostante non debbano subire trasformazioni dal campo alla tavola. Per combattere le distorsioni è stato approvato il decreto legislativo in attuazione della Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali, fortemente sostenuto dalla Coldiretti con i trattori a Bruxelles, che prevede lo stop a 16 pratiche sleali che vanno dal rispetto dei termini di pagamento (non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili) al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste on line al doppio ribasso, dalle limitazioni delle vendite sottocosto alla fine dei pagamenti non connessi alle vendite fino ai contratti rigorosamente scritti. Una norma che – precisa Coldiretti – prevede soprattutto che i prezzi riconosciuti agli agricoltori ed agli allevatori non siano inferiori ai costi di produzione e che la Coldiretti è stata la prima ed unica a voler applicare aprendo una vertenza con la denuncia della multinazionale francese Lactalis (che ha acquisito i marchi italiani Parmalat, Locatelli, Invernizzi, Galbani, Cadermartori e Nuova Castelli) per aver modificato unilateralmente il contratto con gli allevatori fornitori di latte, diminuendo i prezzi riconosciuti e introducendo anche un nuovo indice collegato tra l’altro alle quotazioni del latte europeo non concordato e fortemente penalizzante per i tantissimi produttori italiani.