“Sto sentendo la vicinanza dello Stato. Sia a livello territoriale che a livello centrale”: queste le parole di Don Luigi Merola, sacerdote che presiede la fondazione “A’ Voce d’è Creature” a Napoli, dopo il danneggiamento della sua auto da parte di soggetti sconosciuti. Per Don Merola è stato quasi come tornare indietro nel tempo: nel 2004, Don Luigi iniziava la sua attività pastorale nel quartiere di Forcella. Nello stesso anno e nello stesso quartiere, la giovane Annalisa Durante perdeva la vita a causa di alcuni proiettili vaganti. Don Merola decide di non abbassare la testa e da quel momento, ben 20 anni fa, vive sotto scorta. Denuncia il potere del clan Giuliano, clan attivo nella zona in cui era parroco. Divenne testimone del processo sull’omicidio della giovane Annalisa, aiutando dunque ad identificare il colpevole del reato, Salvatore Giuliano. Siamo negli anni ’80 quando, il quartiere di Forcella, situato tra Spaccanapoli ed il Corso Umberto I, diventa teatro di faide e stese di camorra: Luigi Giuliano comandava.
Il boss del Clan Giuliano decideva le sorti di tutto ciò che accadeva nel quartiere e manovrava le logiche criminali della città. La famiglia Giuliano è padrona indiscussa della città: sono proprietari di night club, ristoranti, bar e negozi. Anni dove, i Giuliano si macchiano le mani di diversi crimini: dall’assassinio del 18enne Nicola Gatti, all’omicidio, commesso per errore, della 14enne Annalisa Durante. Annalisa si trova vittima di spari rivolti al giovane rampollo della famiglia Giuliano, Salvatore, anche lui giovanissimo. Salvatore era a bordo di uno scooter quando, rendendosi conto di essere nel mirino di sicario di un clan rivale, risponde al fuoco.
I proiettili esplodono e raggiungono la ragazzina, la quale, dopo tre giorni di coma, è deceduta. Il colpevole viene riconosciuto grazie all’importante aiuto di Don Luigi Merola che, da quel momento, viene riconosciuto come “sacerdote anticamorra”. Don Luigi “urla” NO alla camorra: tenacia e coraggio sono le chiavi di volta di una lotta alla delinquenza locale.
Don Luigi venerdì prossimo accompagnato da circa 120 bambini che frequentano la Fondazione sarà a Roma dove incontrerà sia il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che il Capo della Polizia, Vittorio Pisani, che conosce da tempo. Ma non solo. Mercoledì’ il sacerdote incontrerà il Procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri.
Intanto, subito dopo l’accaduto, il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha disposto il rafforzamento della ‘vigilanza dinanica’ in tutti i luoghi frequentati dallo stesso sacedote, da Napoli a Pompei e a Marano, dove vive. “Voglio ringraziare tutti per l’attenzione – ha concluso – noi continureremo il nostro lavoro a servizio della comunità”.