“Il carcere, oggi, in Italia, e particolarmente in Campania, è una fotografia impietosa: sovraffollamento, presenza di detenuti con doppia diagnosi, assenza di psichiatri e psicologi, tasso di suicidi venti volte superiore a quello delle persone libere. Le incertezze e le resistenze al cambiamento inducono il nostro sistema penitenziario a dover affrontare diverse e forti criticità”. Lo ha affermato il Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Samuele Ciambriello, presentando ieri, nell’Aula del Consiglio Regionale della Campania, la Relazione per l’anno 2023, in collaborazione con l’Osservatorio regionale sulla vita detentiva, e con la partecipazione del presidente del Collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Felice Maurizio D’Ettore, del magistrato del Tribunale di Sorveglianza, Francesco Chiaromonte, la responsabile dell’Osservatorio regionale sulla detenzione, Alessia D’Aniello. “Al 31 dicembre dello scorso anno, erano presenti in Campania 7.330 detenuti, di cui 898 stranieri e 350 donne – ha precisato Ciambriello -, la Campania è la seconda regione per indice di sovraffollamento, la prima regione è la Lombardia, in particolare sono tre le carceri campane che presentano le più alte percentuali di sovraffollamento: Pozzuoli, con un indice di sovraffollamento del 169,39%, Sant’Angelo dei Lombardi (166,08%), Benevento (171,61%). Al 24 marzo 2024 – ha continuato il Garante – nella nostra regione sono presenti, per una pena inflitta: 44 detenuti con una pena fino ad 8 mesi, 109 detenuti con una pena fino ad un anno, 254 detenuti con una pena da 1-2 anni, 503 detenuti con un residuo di pena fino ad 8 mesi, 840 fino ad un anno, 956 fino a 1-2 anni, per un totale di 2706 detenuti con pena residua. La metà dei detenuti deve scontare meno di due anni. Basterebbe, per questi ultimi, – ha evidenziato – applicare le misure alternative previste dal nostro ordinamento per sopperire al sovraffollamento carcerario nella nostra regione”. Nella relazione sono evidenziati anche i numeri che sintetizzano le attività poste in essere dal Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Campania, e dal suo staff, nell’anno di riferimento: “1542 detenuti incontrati personalmente, 136 interventi sanitari, 190 interventi proposti alla Direzione e alle Aree giuridico pedagogiche, 24 interventi alla Magistratura di sorveglianza, 12 interventi alle Procure, 49 interventi tra solleciti, segnalazioni e richiesta di trasferimento al Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, 30 interventi tra segnalazioni, solleciti e richieste di trasferimento al Provveditorato per l’Amministrazione penitenziaria” le parole di Samuele Ciambriello nella conferenza di ieri. “Questo Garante sta facendo un lavoro di intensa interlocuzione con il Governo per trovare soluzioni alle problematiche del mondo carcerario, a cominciare da quello del sovraffollamento, per le quali sono necessari provvedimenti di sistema che richiedono fondi” ha detto D’Ettore che, nel corso del suo intervento, si è soffermato, tra l’altro, sul tema della medicina penitenziaria, affinchè il diritto alla salute “sia pienamente garantito”, e sull’importanza del lavoro svolto dalla Polizia Penitenziaria che, “con impegno e abnegazione, si fa carico delle tante problematiche delle persone detenute”. Ciambriello ha anche parlato del rapporto col Garante nazionale. “Il Garante nazionale, come previsto dalla legge istitutiva, ha la competenza diretta con il Parlamento per interloquire su proposte di legge e, in tal senso, ha depositato la sua relazione con dati e analisi relativi alla situazione dell’intero sistema carcerario. Ferma restando questa sua autonomia, in qualità di Portavoce nazionale della Conferenza dei Garanti territoriali, ribadisco che il nostro intento è quello di rafforzare la collaborazione con il Collegio del Garante nazionale per dare risposte concrete su singole vicende, ma anche di carattere generale”. E ha aggiunto: “Durante la mia relazione annuale ho ribadito, insieme con il presidente del Collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, che ci vogliono misure di natura sistemica anche utilizzando le misure alternative già esistenti; in tal senso ho anche ricordato che sono migliaia le persone che devono scontate una pena inferiore a 2 anni. In Italia sono 5.080 le persone ristrette con una pena residua di 8 mesi, di cui 503 sono nella mia Regione” ha aggiunto Ciambriello.
CRONACA
9 maggio 2024
Inferno nelle celle: la Campania seconda per sovraffollamento