Raffaele Topo, europarlamentare del Pd, per lei tantissime preferenze per il seggio a Bruxelles.
Quali sono le emozioni a distanza di qualche giorno dalla vittoria?
«Non è stata la mia prima esperienza elettorale, ma ogni volta è un’emozione nuova, diversa, con la quale entri in empatia con chi ti ascolta, ti sostiene, ti vota, per superare insieme la sfida che hai davanti. È una connessione ideale e concreta, basata su quello che hai già fatto e su quello che proponi e che viene premiata. In questo caso la soddisfazione è stata grande perché il risultato, oggettivamente significativo, è andato molto al di là delle previsioni, soprattutto in provincia di Napoli dove ho raggiunto 72mila preferenze. Un vero record. L’ho vissuto come un riconoscimento per l’intera squadra che accresce la mia responsabilità per la nuova esperienza in Europa».
Che tipo di campagna elettorale è stata?
«Una campagna elettorale complicata per l’ampiezza del collegio meridionale, ma io ho affrontato questa sfida in modo tradizionale, coinvolgendo nel mio progetto politico principalmente i tanti amministratori e sindaci con i quali ho lavorato in questi anni, incontrandone di nuovi, portando a rete un sistema delle autonomie e mettendo insieme una squadra che mi affiancherà anche a Parlamento Europeo. Confermo, come ho già detto durante il mio tour elettorale, che voglio vivere questa esperienza come un consigliere comunale a Bruxelles, non voglio slegare questa funzione dalle comunità territoriali di provenienza».
Il Partito Democratico, spesso criticato, non solo mantiene ma guadagna anche nei consensi. Come giudica questo dato?
«Il voto al Pd è anche una risposta ai 18 mesi pessimi del governo Meloni. E’ una reazione alle politiche per il Sud segnate dal regionalismo differenziato, dal blocco dei fondi Fsc, fino al sottofinanziamento del fondo per la sanità e per le politiche di welfare. Il Sud Italia ha avuto risposte deboli dal governo. Ma non è solo un voto contro o di protesta. Il voto al Pd è, secondo me, un’adesione a una visione diversa, migliore, dell’Italia e del Mezzogiorno. Ed è un incoraggiamento a proseguire la battaglia contro il regionalismo differenziato che la Regione Campania sta portando avanti. Da questo punto di vista quello che è accaduto due giorni fa alla Camera, spettacolo indecoroso, venendo alle mani, è semplicemente vergognoso».
Ritiene siano state eccessive le polemiche sulla leadership di Elly Schlein? «In verità non ci sono state polemiche sulla leadership di Elly Schlein, c’è sicuramente una discussione sulla linea che il partito deve avere per cercare di essere competitivo e per guardare al Paese nel suo complesso. Ed è una discussione assolutamente necessaria e ragionevole. Sul fronte delle elezioni europee, il partito ha affrontato al meglio questa sfida, componendo liste aperte principalmente ai nostri amministratori locali, ma anche a esponenti delle professioni e della società civile. Erano liste competitive, il risultato è il frutto anche di queste scelte. Basta vedere il risultato di De Caro, quasi 500 mila voti, praticamente un partito».
Il centrodestra campano parla di questo voto come un avviso di sfratto a De Luca per le Regionali. Lei cosa pensa? «
Penso che sia un errore, anche perché dopo questa competizione il Pd diventa il primo partito in Campania e la coalizione a sostegno del presidente De Luca ne esce rafforzata. Non capisco tutto questo ottimismo da parte del centrodestra, anzi, potrei affermare che se di avviso di sfratto vogliamo parlare, il Sud lo ha spedito proprio al governo nazionale».
Passiamo ai programmi: sulla sua agenda cosa ha segnato tra gli impegni prioritari?
«Ci sono vari punti. Proprio per mantenere saldo e forte il legame con le comunità territoriali penso che i temi su cui dobbiamo concentrare l’attenzione siano le politiche di coesione destinate a ridurre i divari fra Nord e Sud Europa. Sono politiche fondamentali per il Meridione per completare, ad esempio, il sistema infrastrutturale, ma in Europa punteremo soprattutto a rafforzare tutte le azioni che servono a valorizzare le potenzialità del Mezzogiorno».
Ci dica un suo giudizio sul voto alle amministrative in provincia di Napoli.
«Il partito di Napoli si conferma in piena salute, le elezioni amministrative sono state vinte in città importanti, da Casoria e Castellammare, da coalizioni di centrosinistra. Nei Comuni dove non si è vinto al primo turno, ci sarà l’occasione del secondo round. E ci sono tutte le condizioni per conseguire la vittoria. Questo è il risultato di un buon lavoro territoriale partito dal basso, dalle radici, dal contatto con i cittadini costante, insieme alla scelta dei candidati accompagnata dal costante e proficuo impegno del segretario metropolitano. Credo, sinceramente, che in Campania e in provincia di Napoli riusciremo a costruire alleanze competitive e ad avere idee chiare su come governare le città”.