Ha trovato dei Buoni fruttiferi per 235 milioni di lire emessi dal Banco di Napoli nei primi anni Novanta dentro gli infissi di una vecchia abitazione. L’uomo, un pensionato di Cellino San Marco (Brindisi), aveva acquistato l’immobile nel 2008 dalla cantina sociale Due Palme. Durante i lavori è venuta fuori una cartellina coi buoni emessi in favore di Costantino Mennella, classe 1925 nato a Capaccio, in provincia di Salerno.
Nel plico c’erano sei buoni del Banco di Napoli: uno da 40 milioni di lire, uno da 20, tre da 25 milioni e un altro da 100 milioni. Il pensionato si è rivolto ai carabinieri ed è riuscito a rintracciare il figlio dell’intestatario dei buoni, Albert Mennella, 58 anni, unico erede. Suo padre è deceduto nel 1993.
Per la restituzione dei buoni del Banco di Napoli, il pensionato non ha voluto alcuna ricompensa, nonostante gli spettasse per legge, tenuto conto di quanto previsto dall’articolo 930 del Codice civile, che riconosce a chi ritrova un vene, un premio di un decimo del valore.I buoni oggi hanno un valore di 465mila euro, secondo la stima fatta dal consulente dell’avvocato Francesco Di Giovanni del foro di Roma che assiste il figlio dell’intestatario dei titoli, in veste di erede.
Ora, il legale ha avviato le azioni per il recupero della somma presso il Banco di Napoli e il Ministero dell’Economia e delle Finanze obbligato in solido ad onorare tutti i debiti dell’Istituto bancario partenopeo. “Per la prescrizione del diritto al rimborso eccepita dal Banco di Napoli, rileva l’articolo 2935 del Codice civile che statuisce che la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere”, ricorda l’avvocato. “In questo caso, il giorno di decorrenza della prescrizione che è decennale comincia a decorrere dalla data del ritrovamento dei titoli: diversamente non potrebbe essere visto che l’interessato prima ignorava l’esistenza del suo credito e decesso è avvenuto prima della scadenza naturale dei titoli interrompendo il corso della prescrizione stessa”, conclude.