Passa per un potenziamento delle forze di polizia, che devono acquisire maggiori conoscenze e professionalità per scandagliare il web e le comunicazioni in genere, la lotta alle nuove forme di criminalità. Ne è convinto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri che ieri è stato ascoltato dalla Commissione Giustizia della Camera. «E’ ovvio che se noi ci mettiamo a disquisire e a limitare in nome di una parola magica, che è la privacy, il modo di lavorare di polizia, carabinieri e Finanza, allora continueremo a lavorare solo sui soliti noti e sui poveracci e sui reati di strada». In relazione al blocco, iniziato nel 2010, delle assunzioni nella pubblica amministrazione, il procuratore di Napoli ha puntato il dito contro gli effetti deleteri generati sulle forze dell’ordine. «Hanno riguardato polizia, carabinieri, finanza e penitenziaria e oggi ci sono buchi spaventosi. L’obiettivo è mettere più soldi per poter fare più concorsi». Ma questo non basta, ha ribadito Gratteri. «Abbiamo bisogno di specialisti informatici addetti al settore informatico perché è fondamentale. Ormai tutti usiamo l’informatica ed è lì che dobbiamo andare a lavorare per quel tipo di reati. Quando qualcuno mi dice che bisogna tornare ai pedinamenti, io rispondo che oggi con questo telefonino che è più potente del pc utilizzato per arrivare sulla luna, io posso seduto su un divano ordinare 2mila chili di cocaina senza spostarmi da casa». Sugli abusi, il capo della Procura partenopea sostiene: «Noi dobbiamo capire se ci interessa la ricerca della prova. E se su questa ricerca della prova il poliziotto o il carabiniere o il finanziere o il magistrato abusano, bisogna essere feroci nella sanzione, non severi». E il discorso vale «per chi scientificamente fa uscire notizie che riguardano la vita privata di tutti, non solo dei politici o dei potenti».
CRONACA
18 luglio 2024
Gratteri e le armi anticrimine: «Assunzioni e indagini informatiche»